Il Mediatore europeo ha chiesto "criteri concreti" per sospendere i fondi Ue alla Tunisia in caso di violazione dei diritti umani
Il controverso accordo firmato tra l'Unione europea e la Tunisia è tornato sotto esame per la situazione dei diritti umani nel Paese nordafricano e per la mancanza di trasparenza da parte di Bruxelles.
In una dichiarazione pubblicata mercoledì, il Mediatore europeo ha criticato la Commissione europea per non aver pubblicato "alcuna informazione" relativa ai rischi individuati prima della firma dell'accordo nel luglio 2023. La valutazione è stata fatta "con attenzione e diligenza", ma non è stata all'altezza delle tradizionali valutazioni d'impatto sui diritti umani (HRIA) che il difensore civico preferisce, in quanto "rese pubbliche per il controllo pubblico".
Diritti umani violati
"In questo contesto, non si possono trascurare le notizie profondamente inquietanti che continuano a emergere sulla situazione dei diritti umani in Tunisia, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei migranti", ha dichiarato il Mediatore, condividendo i risultati della sua indagine.
Le autorità tunisine sono state accusate di aver condotto pestaggi, detenzioni arbitrarie, espulsioni collettive e forzate nei confronti di africani sub sahariani, alcuni dei quali sono stati ritrovati abbandonati vicino al confine libico. Nel frattempo, il presidente Kais Saied è stato denunciato per aver promosso la teoria razzista della "grande sostituzione".
Sospensione fondi in caso di violazioni
Su questa base, l'Osservatorio invita la Commissione a stabilire "criteri dettagliati" che possano far scattare la sospensione dei fondi Ue nel caso in cui vengano rilevate violazioni dei diritti fondamentali in Tunisia.
In risposta, la Commissione ha dichiarato di "prendere nota" dei risultati e di "essere pronta a considerare i modi per un possibile miglioramento, specialmente per quanto riguarda il monitoraggio dei diritti umani".
L'obiettivo della riduzione dei flussi migratori
L'accordo con la Tunisia, noto anche come "memorandum d'intesa", è strutturato intorno a diverse dotazioni finanziate dall'Ue in aree tematiche, tra cui 150 milioni di euro per sostenere l'economia traballante della Tunisia e 105 milioni di euro per migliorare la gestione delle frontiere. Sono inoltre previsti investimenti nelle energie rinnovabili e nella connettività digitale.
L'accordo è stato raggiunto con l'obiettivo finale di frenare le partenze irregolari di migranti verso l'Ue, in particolare verso l'Italia.
Dopo la Tunisia altre intese
Nonostante le critiche espresse dai legislatori progressisti e dalle organizzazioni umanitarie, che avvertono come Bruxelles abbia chiuso un occhio sulle violazioni dei diritti umani e abbia dato al presidente Saied il potere di ricattare il blocco, la Commissione ha sempre difeso l'accordo e promosso intese simili con Egitto e Mauritania.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha promesso di continuare la strategia nel suo secondo mandato, promettendo di sviluppare un "Patto per il Mediterraneo".
La settimana scorsa, von der Leyen ha rivendicato il successo dei suoi sforzi.
"Se si considera la rotta del Mediterraneo centrale, su cui abbiamo lavorato intensamente, gli arrivi sono diminuiti complessivamente del 64% nel Mediterraneo centrale", ha dichiarato.