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La Cina risponde ai dazi europei sui veicoli elettrici tassando il brandy importato dall'Ue

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Di Michela Morsa
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Come ampiamente atteso, il governo cinese ha annunciato una prima ritorsione contro la decisione della Commissione europea di applicare dazi aggiuntivi ai veicoli elettrici prodotti in Cina. La misura sarà provvisoria finché non si concluderanno i negoziati tra le due parti

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Mercoledì il ministero del Commercio della Cina ha annunciato che verranno introdotti dazi aggiuntivi sulle importazioni di brandy provenienti dall'Unione europea: entreranno in vigore l'11 ottobre e variano a seconda del marchio dal 30,6 al 39 per cento del prezzo del prodotto.

La mossa era ampiamente attesa: è la prima ritorsione decisa dal governo cinese contro i dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina che la Commissione europea ha confermato venerdì, dopo che erano stati introdotti provvisoriamente a luglio.

Le tariffe doganali aggiuntive di Bruxelles sono state pensate per compensare la concorrenza sleale sul mercato automobilistico europeo dei veicoli elettrici cinesi, più economici di quelli Made in Europe perché sussidiati da Pechino. Variano dal 7,8 per cento al 35,3 per cento a seconda della casa di produzione e saranno applicate per cinque anni a partire da novembre.

La Cina ha sempre negato l'esistenza di sussidi alle proprie case automobilistiche e ha denunciato l'indagine anti-dumping della Commissione europea, propedeutica alla decisione di introdurre i dazi aggiuntivi, come un "atto protezionistico" dai risultati "artificialmente esagerati".

In seguito all'annuncio della Commissione europea, molti si aspettavano che il governo cinese rispondesse con misure mirate a compromettere il commercio di prodotti europei di particolare successo in Cina, tra cui proprio il brandy. Tra i settori minacciati ci sono anche quello lattiero-caseario e quello della carne di maiale, su cui Pechino ha aperto delle indagini antisovvenzioni contestate da Bruxelles.

Lunghi negoziati tra Cina e Bruxelles per evitare i dazi aggiuntivi

Dietro la facciata di un'imminente guerra commerciale, comunque, continuano le trattative: da mesi i funzionari cinesi ed europei stanno cercando di trovare un accordo che possa evitare l'applicazione dei dazi aggiuntivi sui veicoli elettrici, malvisti anche da molti Paesi membri dell'Unione europea che temono ritorsioni cinesi sulla propria economia, uno su tutti la Germania.

I negoziati proseguiranno fino al 30 ottobre, termine legale stabilito dall'indagine della Commissione. Per questo per il momento i dazi sul brandy saranno provvisori: alle aziende importatrice è chiesto il pagamento delle tariffe doganali sotto forma di deposito, che potranno riavere indietro qualora la misura non fosse confermata.

La Commissione europea ha già fatto sapere che intende fare ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio, l’ente internazionale che vigila sul rispetto delle convenzioni sui commerci.

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