La Corte di giustizia dell'Unione europea sostiene che gli accordi con il Marocco hanno violato i diritti del popolo saharawi non tenendo conto del loro principio di autodeterminazione
La Corte di giustizia dell'Unione europea si è pronunciata venerdì a favore della popolazione del Sahara occidentale e conferma che gli accordi di pesca e agricoltura firmati nel 2019 tra l'Unione europea e il Marocco avrebbero dovuto "ottenere il consenso della popolazione del Sahara occidentale" e che tale consenso "non esiste nei casi di specie".
Tuttavia, la Corte concede dodici mesi prima di eseguire il verdetto agricolo per evitare "gravi conseguenze negative per l'azione esterna dell'Unione".
La sentenza riconosce il Fronte Polisario, rappresentante del movimento indipendentista saharawi, come persona giuridica legittimata a contestare gli accordi commerciali sulla pesca e sull'agricoltura, poiché queste attività commerciali si svolgono nel territorio del Sahara occidentale.
La sentenza definitiva della Corte di giustizia europea arriva dopo che la Commissione e il Consiglio hanno presentato ricorso nel 2021 contro la sentenza del Tribunale, che aveva già dato ragione al Fronte Polisario, che aveva portato il caso in tribunale.
La sentenza colpisce soprattutto il Marocco e la Spagna, poiché, con l'annullamento dell'accordo di pesca, il Marocco potrebbe perdere i 52 milioni di euro all'anno che dovrebbe ricevere in quattro anni per aver permesso a 128 imbarcazioni europee, per lo più spagnole, di pescare nelle acque al largo della costa occidentale dell'Africa. In Spagna, la sentenza riguarda principalmente le flotte di Andalusia, Isole Canarie e Galizia.