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Ue: 40 milioni di persone colpite dalla "povertà da vacanza", troppo cara anche una settimana

Una spiaggia affollata di bagnanti
Una spiaggia affollata di bagnanti Diritti d'autore (c) Copyright 2020, dpa (www.dpa.de). Alle Rechte vorbehalten
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Di Marta Iraola Iribarrenvideo by Aïda Sanchez Alonso
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Un nuovo studio rivela che nel 2022 39,7 milioni di persone, il 14 per cento della popolazione dell'Ue, non poteva permettersi di andare in vacanza per una settimana

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Secondo il nuovo studio pubblicato dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces) il 30 luglio, nel 2022 quasi 40 milioni di persone nell'Unione europea non sono potute andate in vacanza per i costi elevati. Due milioni in più rispetto all'anno precedente.

"È pericoloso anche per i lavoratori, che hanno bisogno di tempo per recuperare", ha dichiarato a Euronews la segretaria generale della Ces Esther Lynch, aggiungendo che una pausa dal lavoro è "importante per affrontare il burnout e assicurarsi di tornare riposati e rinfrescati".

Nel comunicato stampa della Confederazione si legge che "una vacanza non è un lusso, avere del tempo lontano dalla famiglia è fondamentale per preservare la salute fisica e mentale dei lavoratori, oltre che offrire esperienze preziose per i bambini".

Il costo per andare in vacanza: la situazione nei Paesi Ue

La situazione non è uniforme in tutti gli Stati membri: lo studio mostra che l'aumento maggiore della cosiddetta "povertà da vacanza" si è verificato in Francia, dove, pur rimanendo sotto la media dell'Ue, quasi cinque milioni di persone non sono potute andare in vacanza.

L'aumento percentuale maggiore è stato registrato in Irlanda, con un incremento del 4 per cento tra il 2021 e il 2022 del numero di persone tra la popolazione attiva del Paese che non può permettersi una vacanza. Sono 13 i Paesi in cui la situazione è peggiore della media del 14,6 per cento del blocco, con la Romania in coda al 36 per cento.

Commissione Ue: lavoratori europei sempre più stressati

Secondo la Commissione europea, circa la metà dei lavoratori europei ritiene che lo stress sia comune sul posto di lavoro e che sia uno dei problemi più impegnativi per la sicurezza e la salute sul lavoro.

La comunicazione sulla salute mentale pubblicata dall'esecutivo Ue sottolinea la necessità di lavorare sul diritto alla disconnessione come "parte integrante della riduzione dello stress legato al lavoro e della promozione di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata".

Ue: chi può permettersi di più di viaggiare

Secondo Eurostat, nel 2022 il 62 per cento dei residenti nell'Ue ha fatto almeno una vacanza, la metà di queste sono state però brevi e all'interno del proprio Paese.

I dati mostrano anche che i tedeschi spendono di più per i viaggi internazionali con 85,2 miliardi di euro, seguiti dalla Francia con 39,2 miliardi di euro.

La capacità di permettersi di pagare una vacanza annuale di una settimana lontano da casa è uno degli indicatori utilizzati dall'Unione europea per misurare la deprivazione materiale e sociale nel blocco.

Questo indicatore - insieme alla capacità di far fronte a spese impreviste, all'accesso a un'auto per uso personale e alla capacità di mantenere adeguatamente la casa - fornisce una misura relativa all'accesso a elementi che sono considerati dalla maggior parte delle persone come desiderabili o addirittura necessari per sperimentare un'adeguata qualità della vita.

Lynch ha aggiunto che uno dei grandi progressi sociali del Ventesimo secolo è stato l'aumento del numero di famiglie della classe operaia che potevano permettersi una vacanza. "Ha migliorato la salute e il benessere di milioni di persone e ha contribuito a creare un sentimento di progresso e ottimismo", ha detto la segretaria generale della Ces, aggiungendo che i dati dello studio "mostrano come il progresso sociale si stia invertendo a causa dell'aumento della disuguaglianza economica".

Il sindacato avverte che le cifre per il 2023 potrebbero essere peggiori a causa dell'aumento del costo delle vacanze e dei salari non adeguati all'inflazione.

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