Ursula von der Leyen in visita nelle Filippine: "Non tollereremo aggressioni nell'Indo-Pacifico"

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Di Michela Morsa
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In visita nelle Filippine, la presidente della Commissione ha avuto una serie di colloqui con il presidente Ferdinand Marcos Jr. volti a rafforzare le relazioni commerciali, economiche e di sicurezza tra l'Unione e il Paese asiatico

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Lunedì la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha avvertito che l'Europa non tollererà aggressioni nell'Indo-Pacifico, come non ha tollerato l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. 

Lo ha fatto in una conferenza stampa congiunta con il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. dopo una serie di colloqui a Manila volti a rafforzare le relazioni commerciali, economiche e di sicurezza tra le Filippine e l'Unione europea. 

I leader hanno annunciato che il blocco dei 27riprenderà i negoziati con il Paese asiatico per la firma di un accordo di libero scambio che si era arenato nel 2017 sotto il predecessore di Marcos, Rodrigo Duterte. L'Unione sta valutando se estendere alle Filippine speciali incentivi commerciali, tra cui tariffe ridotte per un'ampia gamma di prodotti.  

È il cosiddetto Schema di preferenze generalizzate. Per accedervi, le Filippine e altri sette Paesi in via di sviluppo devono aderire a più di due dozzine di convenzioni internazionali sui diritti umani e del lavoro, sulla protezione dell'ambiente e sul buon governo. 

Nella stessa occasione, von der Leyen ha ribadito il riconoscimento da parte dell'Ue della decisione di un tribunale sostenuto dalle Nazioni unite, che nel 2016 ha invalidato le ampie rivendicazioni territoriali della Cina nel conteso Mar Cinese Meridionale. 

La visita della Von der Leyen è un segno di miglioramento dei legami dopo un periodo burrascoso tra l'Ue e l'ex presidente Rodrigo Duterte sui diritti umani. È la prima visita di alto livello in quasi sessant'anni di relazioni con le Filippine.

La minaccia cinese

La presidente della Commissione ha sottolineato la necessità di una cooperazione in materia di sicurezza. L'Unione è pronta soprattutto a promuovere la sicurezza marittima regionale, condividendo informazioni, effettuando valutazioni delle minacce e rafforzando la guardia costiera filippina.  

Ad esempio della necessità di contrastare uniti le minacce, von der Leyen ha citato l'invasione dell'Ucraina, che ha dimostrato come i leader autoritari "siano disposti ad agire in base alle loro minacce". 

"La guerra di aggressione della Russia scuote le fondamenta dell'ordine internazionale. È una violazione della Carta delle Nazioni Unite e dei principi fondamentali del diritto internazionale, come l'integrità territoriale e la sovranità", ha dichiarato. "Per questo l'Europa sostiene la coraggiosa lotta dell'Ucraina contro l'aggressore, perché l'uso illegale della forza non può essere tollerato, né in Ucraina, né nell'Indo-Pacifico". 

"La sicurezza in Europa e la sicurezza nell'Indo-Pacifico sono indivisibili. Le sfide all'ordine basato sulle regole nel nostro mondo interconnesso riguardano tutti noi. È per questo che siamo preoccupati per le crescenti tensioni nell'Indo-Pacifico", ha continuato, aggiungendo che l'Ue sostiene un Indo-Pacifico libero e aperto. 

"Un Indo-Pacifico libero da minacce di coercizione è la chiave per tutta la nostra stabilità, per la nostra pace e per la prosperità dei nostri popoli", ha detto von der Leyen senza nominare la Cina, ma riferendosi chiaramente alle azioni sempre più aggressive della Cina nel conteso Mar Cinese meridionale

La Cina ha messo in guardia gli Stati Uniti e i suoi alleati dall'intromettersi in quella che, a suo dire, è una disputa puramente asiatica. Nell'ultimo decennio ha trasformato sette scogliere contese in basi isolane protette da missili, allarmando ulteriormente i governi occidentali e i contendenti rivali, tra cui Filippine, Vietnam, Malesia, Brunei e Taiwan.

I due leader hanno anche firmato un accordo per promuovere un'economia più verde nelle Filippine. L'accordo rientra nell'iniziativa Team Europe dell'Ue, che aiuta i Paesi partner a soddisfare le esigenze infrastrutturali nella lotta al cambiamento climatico. In questo caso, l'obiettivo è affrontare il problema dei rifiuti plastici in mare.

Distensione dei rapporti

Le Filippine sono state oggetto di intense critiche da parte dell'Unione europea durante i sei anni di mandato di Rodrigo Duterte a causa del mancato rispetto dei diritti umani. La bandiera della presidenza di Duterte è stata infatti una sanguinosa repressione antidroga, che ha provocato la morte di oltre 6mila persone, per lo più sospettate di reati minori legati al possesso di droga e allo spaccio.  

Le uccisioni hanno scatenato un'indagine della Corte penale internazionale come possibile crimine contro l'umanità. Duterte ha ritirato le Filippine dall'organizzazione nel 2018, ma il suo procuratore ha proceduto a indagare sulle numerose morti avvenute negli anni in cui il Paese faceva ancora parte della Corte.

Duterte si è spesso scagliato contro le critiche dell'Ue alla sua brutale repressione antidroga con sfoghi pieni di parolacce.

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