Le elezioni spagnole sono un problema per l'Ue

Pedro Sánchez è presidente del governo spagnolo dal  giugno 2018
Pedro Sánchez è presidente del governo spagnolo dal giugno 2018 Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese, Aida Sanchez Alonso
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Il presidente del governo Pedro Sánchez ha anticipato la tornata elettorale al 23 luglio, all'inizio della presidenza di turno del Consiglio affidata al suo Paese

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Di certo a Pedro Sánchez non manca il gusto per il gioco d'azzardo. 

Durante i suoi cinque anni alla guida del governo spagnolo, il primo ministro socialista ha dimostrato di saper prendere decisioni audaci e ambiziose, basandosi spesso sul proprio istinto politico. Tanto che i suoi avversari hanno coniato il termine "sanchismo", per descrivere questo modo di governare guidato dalla sua ingombrante personalità.

Di recente è arrivata la mossa forse più sorprendente di tutte: quella di indire elezioni anticipate per il 23 luglio, dopo i deludenti risultati del suo partito, il Psoe, nelle tornate regionali e comunali di fine maggio.

Un problema europeo

Così facendo, Sánchez mette i cittadini spagnoli di fronte a una scelta, tra la sua coalizione di sinistra attualmente al governo, e un possibile esecutivo conservatore formato dal Partito popolare europeo e dalla destra radicale di Vox. Quest'ultima è del resto la formula di governo più probabile in molte delle regioni conquistate dal centro-destra (Murcia, Baleari, Aragona, Cantabria, Comunità valenciana), visto che il Ppe da solo non ha i numeri per una maggioranza assoluta.

Polarizzando il confronto, il presidente spagnolo spera di galvanizzare il proprio elettorato. Masua scommessa rischia di avere serie ripercussioni nell'Unione europea, visto che la Spagna dovrebbe assumere la presidenza di turno del Consiglio nel secondo semestre del 2023.

Le elezioni parlamentari, inizialmente previste per la fine di dicembre, cadranno ora tre settimane dopo l'inizio del semestre spagnolo, il primo luglio.

L'annuncio di Pedro Sánchez

Detenere la presidenza del Consiglio dell'Ue significa stabilire l'ordine del giorno delle discussioni ministeriali, guidare i negoziati, redigere testi di compromesso, programmare le votazioni su dossier chiave e parlare a nome di tutti gli Stati membri di fronte al Parlamento europeo e alla Commissione europea.

Poteri che tradizionalmente rappresentano l'opportunità per il Paese in carica di influenzare il dibattito politico. E i sei mesi di Sánchez, leader europeista e progressista, si presentavano come un intenso mandato in cui concludere importanti accordi legislativi. 

Tra i dossier più importanti ci sono la revisione del mercato elettrico, un primo tentativo di regolamentare l'intelligenza artificiale, un piano da 500 milioni di euro per aumentare la produzione di munizioni nell'Ue, e la tanto attesa (e dibattuta) modifica  delle regole fiscali comunitarie.

Vuoto politico: un rischio concreto

Per la Spagna, la tempestiva convergenza di tutti questi temi ha offerto un palconscenico per difendere i propri interessi nazionali e avere un ruolo di primo piano nella definizione di accordi politici.

Ma queste elezioni anticipate minacciano di ostacolare gravemente lo spazio di manovra della Spagna nel Consiglio, mentre la torrida campagna elettorale prevista nel bel mezzo della stagione estiva drenerà inevitabilmente risorse economiche e mentali da Bruxelles a Madrid.

A rendere la cosa più problematica è il fatto che la successiva presidenza del Consiglio dell'Ue, detenuta dal Belgio nella prima metà del 2024, sarà condizionata dalle elezioni del Parlamento europeo, che imporranno una modalità attendista a tutto l'apparato comunitario. 

Sebbene questa non sia la prima volta che durante una presidenza di turno avvengono elezioni su scala nazionale (l'ultimo esempio è quello della Francia nella primavera 2022), la competizione elettorale rischia di incidere pesatemente sul semestre.

Soprattutto se il governo dovesse cambiare colore o se, la tornata dovesse ripetersi a stretto giro per l'impossibilità di formare un nuovo esecutivo: situazione che si è verificata già nelle elezioni del 2019, celebrate ad aprile e ripetute a novembre.

In uno degli scenari più probabili, la presidenza spagnola potrebbe prendere il via con un governo socialista concentrato sulla campagna elettorale a luglio, riprendere le attività dopo la pausa di agosto sotto un nuovo esecutivo di destra, con priorità politiche molto diverse.

"Molti negoziati su questioni delicate rischiano di deragliare per mancanza di tempo"
Johannes Greubel
Analista presso l'European Policy Centre

Montagne russe che sarebbero "particolarmente problematiche" secondo Johannes Greubel, analista presso l'European Policy Centre. "Per l'Ue queste elezioni giungono certamente in un momento sfortunato, poiché avranno un impatto fondamentale sul funzionamento della presidenza spagnola, in particolare a livello politico".

"Con l'imminente vuoto di leadership politica in Spagna, molti negoziati su questioni delicate rischiano di deragliare per mancanza di tempo".

"Le caratteristiche di un presidente o di un altro possono incidere sulla vocazione alla leadership di un Paese", spiega a Euronews Raquel García, analista del Real Instituto Elcano. "Negli ultimi anni abbiamo visto un desiderio esplicito di leadership, di fronte a sfide come la pandemia o l'invasione russa dell'Ucraina. Resta da vedere se chi ricoprirà la presidenza del governo dopo le elezioni del 23 luglio vorrà mantenerla". 

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"La presidenza sarà mantenuta come integra, con tutte le sue attività", ha dichiarato di recente Luis Planas, ministro spagnolo dell'Agricoltura e della pesca. "Garantiremo tutte le nostre responsabilità istituzionali e politiche". 

Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ne è convinta: "Qualunque sia il risultato delle elezioni, confido che il governo e le istituzioni saranno in grado di offrire una presidenza efficace e ho piena fiducia nel profondo spirito europeo della Spagna", le sue parole all'inaugurazione del semestre di presidenza spagnolo a Madrid.

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