Aiuti all'Ucraina e spese per la difesa. La Nato: "Il 2% del PIL sia il contributo minimo"

La proposta del Segretario generale Nato, Jens Stoltenberg: "Per i contributi alla difesa, il 2% del PIL divenga la soglia minima"
La proposta del Segretario generale Nato, Jens Stoltenberg: "Per i contributi alla difesa, il 2% del PIL divenga la soglia minima" Diritti d'autore Olivier Matthys/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Aiuti a oltranza, ma bisogna investire di più. Appello del Segretario generale Nato, Stoltenberg, per i sostegni all'Ucraina: "Ovvio che bisogna incrementare le spese per la difesa. Il 2% del PIL divenga il contributo minimo"

Avanti con gli aiuti a Kiev, ma senza jet e con qualche preoccupazione

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A oltranza, ma senza jet e con qualche preoccupazione su scorte e capacità produttive dell'industria bellica alleata. Così appare il sostegno all'Ucraina, nella resistenza all'invasione russa, emerso dal Consiglio dei Ministri della difesa NATO a Bruxelles. Anticipata questo martedì dal segretario generale Stoltenberg, la linea ribadisce il temporaneo no alle forniture di caccia sollecitate da Kiev e le difficoltà a tenere il passo con il suo fabbisogno in munizioni e armi pesanti

Washington: "Deterrenza e difesa a rischio. Imperativo ricostituire le scorte"

"C'è ancora molto da fare - ha detto il Ministro della difesa Usa, Lloyd James Austin -. Anche se intensifichiamo il sostegno all'Ucraina nei mesi critici che verranno, dobbiamo tutti ricostituire le nostre scorte per potenziare la nostra deterrenza e la nostra difesa sul lungo termine".

"Spendere più nella difesa. Il 2% del PIL sia la soglia minima". La proposta di Stoltenberg

Pressioni a cui il Segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha suggerito di rispondere nel più ovvio e impopolare dei modi: mettendo mano al portafogli. "C'è una vera e propria guerra in corso in Ucraina, in Europa. Assistiamo poi alla persistente minaccia del terrorismo e alle sfide che la Cina sta ponendo alla nostra sicurezza - ha detto -. È quindi ovvio che dobbiamo spendere di più. Il mio pensiero in merito è che non dovremmo più considerare il il 2% del PIL come un tetto massimo, ma come una soglia minima". Una proposta che rivoluzionerebbe il principio sposato dai membri dell'Alleanza Atlantica nel 2014, in seguito all'annessione russa della Crimea: lo stop ai tagli ai bilanci militari decretati dopo la Guerra Fredda e la quantificazione delle spese per la difesa al 2% del PIL entro il 2024

No della Nato alla richiesta di Kiev: "I caccia non sono prioritari"

Già questo martedì il "no" della Nato alla richiesta di Kiev di ottenere degli aerei da combattimento era stato ribadito in apertura di un nuovo incontro dei paesi del cosiddetto "gruppo di Ramstein". Portato la scorsa settimana a Londra, Parigi e Brussel, l'appello del presidente Zelensky era stato bollato da Stoltenberg come non prioritario. "Al momento - aveva detto - la nostra priorità numero uno è garantire all'Ucraina gli aiuti in armi pesanti, moderni sistemi di difesa aerea, munizioni e tutto ciò che le è già stato promessi per assicurare la sua difesa e fare la differenza sul campo di battaglia". 

"L'Ucraina usa più munizioni di quante riusciamo a produrne"

Già in quell'occasione, lo stesso Segretario generale Nato aveva sottolineato come a mettere sotto pressione la cinquantina di membri del gruppo di Ramstein sia ora anche l'elevato uso di munizioni da parte delle truppe ucraine. "Fatichiamo a tenere il passo e le nostre industrie sono in difficoltà - aveva detto-. È urgente accelerare la produzione". Una necessità a cui già la scorsa settimana il primo ministro estone Kaja Kallas aveva proposto di ovviare "facendo con le armi come si è fatto per il Covid". "Per incentivare l'industria - la sua proposta - si ricorra a un meccanismo simile a quello utilizzato per l'acquisto dei vaccini".

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