La Nato frena sulla richiesta ucraina di caccia da combattimento. Il Segretario generale Stoltenberg: "La priorità sono munizioni e armi pesanti". Ma l'industria bellica alleata è in difficoltà: "Difficile tenere il passo con i bisogni di Kiev"
Il gruppo di Ramstein frena sui caccia a Kiev: "Non sono prioritari"
Kiev ribadisce la sua richiesta di aerei da combattimento, ma la NATO frena. Ribadito in apertura di un nuovo incontro dei paesi del cosiddetto "gruppo di Ramstein", l'appello che la scorsa settimana il presidente Zelensky ha portato a Londra, Parigi e Brussel, è stato bollato dal segretario generale Jens Stoltenberg come non prioritario.
Stoltenberg: "La priorità sono aiuti in munizioni e armi pesanti"
"Al momento - ha detto - la nostra priorità numero uno è garantire all'Ucraina gli aiuti in armi pesanti, moderni sistemi di difesa aerea, munizioni e tutto ciò che le è già stato promessi per assicurare la sua difesa e fare la differenza sul campo di battaglia".
La paura di un crescente coinvolgimento nel conflitto frena molti alleati nell'assecondare le richieste di Kiev. "La questione degli aerei da combattimento sarà sul tavolo", hanno assicurato molte delegazioni, ma i tempi non sono maturi per una decisione.
Il rebus delle munizioni: l'industria fatica a rispondere ai bisogni di Kiev
A mettere sotto pressione la cinquantina di membri del gruppo di Ramstein, anche l'elevato uso di munizioni da parte delle truppe ucraine. "Fatichiamo a tenere il passo e le nostre industrie sono in difficoltà - ha messo in guardia Stoltenberg -. Urgente accelerare la produzione".
"Fare con le armi come già fatto con i vaccini", la proposta emersa giovedì scorso al vertice dei capi di Stato e di governo dell'UE, per garantire i necessari ritmi di produzione. "Per incentivare l'industria si ricorra a un meccanismo simile a quello utilizzato per l'acquisto di vaccini", ha suggerito il primo ministro estone Kaja Kallas.