Beirut: il crollo dei silos e la memoria sbiadita di una tragedia

I parenti delle vittime dell'esplosione del porto di Beirut tengono in mano ritratti e bare simboliche in occasione del secondo anniversario. (Beirut, 4.8.2022)
I parenti delle vittime dell'esplosione del porto di Beirut tengono in mano ritratti e bare simboliche in occasione del secondo anniversario. (Beirut, 4.8.2022) Diritti d'autore AP Photo
Di Giorgia Orlandi - Edizione web: Cristiano Tassinari
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Il racconto in prima persona del viaggio a Beirut, esattamente due anni dopo l'esplosione al porto del 4 agosto 2020, che causò oltre 250 vittime. Situazione attuale in Libano, travolto dal "buco nero" della storia

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Sapevo che sarei arrivata in Libano in un momento cruciale.

Anche per questo ho deciso di visitare il Libano nella prima settimana di agosto, quando ricorreva il secondo anniversario dell'esplosione del porto di Beirut, che il 4 agosto 2020 ha ucciso più di 250 persone, causata dalla deflagrazione di oltre 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate in un magazzino del porto. 

Poche ore prima della mia partenza, una parte della struttura rimanente del gigantesco silos è crollata a terra.

I miei amici mi avevano avvertito. 
Uno dei tanti avvisi sanitari che avevo ricevuto diceva che "secondo i media, i sensori del silos danneggiato dall'esplosione del porto di Beirut indicano che la struttura si sta inclinando a un ritmo crescente e può crollare in qualsiasi momento".

Questo significava che bisognava seguire alcune regole essenziali: evitare l'area circostante il porto e, se in casa, chiudere le finestre. E indossare una mascherina quando si è all'aperto.

"Chi passa da qui deve ricordare per sempre quello che è successo"

Quando sono arrivata a Beirut, la mia priorità era visitare il sito dell'esplosione e, con l'avvicinarsi dell'anniversario, ho visto diverse troupe televisive che si aggiravano nei paraggi, utilizzando i silos come sfondo per i servizi in diretta. Tuttavia, non è stato possibile avvicinarsi ai silos e l'unico punto in cui sono riuscita ad avere un'angolazione decente è stato un tratto dell'autostrada di fronte ai silos.

Lì ho incontrato un attivista, Farid, che si batte per conto delle famiglie delle vittime dell'esplosione: mi ha detto che "dovremmo proteggere i silos. Iin modo che chi passa da qui si ricordi per sempre di quello che ci è successo".

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La manifestazione di Beirut, nel secondo anniversario dell'esplosione al porto. (4.8.2022)Hassan Ammar/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved

Questo pensiero è condiviso da molti che hanno chiesto di preservare la struttura e di trasformarla in un memoriale, come testimonianza vivente del crollo.
Per coloro che sono ancora in lutto per la perdita dei loro cari, le cui foto adornano una parete di fronte al silos, simboleggia un crudo promemoria della negligenza della classe dirigente libanese.

Il 4 agosto era prevista una manifestazione di protesta, ma ho ricevuto diverse informazioni su cosa aspettarmi. Un produttore televisivo locale mi ha detto che "non ci saranno molte persone", mentre Farid ha affermato che "ci saranno molte persone, vedrai, sarai sorpresa".

Credo che la differenza tra le due versioni la dica lunga sul fatto che organizzare queste proteste non è facile e che forse, dopo due anni, la maggior parte delle famiglie delle vittime si sente esausta e rassegnata. 

Non ci sono più scorte di cereali

E ho pensato che deve essere molto difficile per molti di loro sostenere il peso della tragedia, mentre devono affrontare una delle peggiori crisi finanziarie che il Libano abbia mai vissuto.

Eppure, le due cose sono collegate, se non altro perché - dopo l'esplosione - il Libano non ha più scorte strategiche di cereali.

La guerra in Ucraina ha aumentato la tensione, portando letteralmente la fame in un Paese già colpito da anni di instabilità finanziaria e politica.
Secondo l'Unicef, l'80% del grano in Libano proviene da Russia e Ucraina.

Una realtà terribile che diventa ancora più grave quando si parla con la gente del luogo.

Elettricità ridotta, banche sparite

La maggior parte dei negozi che si affidano a generatori privati di quartiere sono costretti a chiudere presto, cosa che ho sperimentato io stessa un paio di volte, con la luce che si spegneva all'improvviso alle 4 del pomeriggio.

Non è la stessa cosa per gli hotel, che possono permettersi di tenere accesi i generatori più a lungo, ma per chi - come il mio tassista, a casa sua - non può permetterselo, può contare solo su due o tre ore di "elettricità statale" al giorno.

Sul fronte finanziario, le banche non esistono praticamente più e, quando si cambiano i dollari in valuta locale, scegliere il posto giusto per farlo è un obbligo. La Lira libanese si è disintegrata, perdendo più del 15% del suo potere d'acquisto dall'inizio dell'anno.

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La disperazione dei famiiari delle vittime, due anni dopo. (Beirut, 4.8.2022)Hassan Ammar/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved

 I segni dell'esplosione

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Girando per Beirut ho potuto vedere molti edifici che portano tuttora i segni dell'esplosione, poiché non tutti sono stati ricostruiti nè ristrutturati.

Ad un giorno dall'inizio delle proteste in tutta la città, in occasione del secondo anniversario, le istituzioni locali hanno lanciato numerosi avvertimenti sul fatto che si sarebbe verificato un nuovo crollo e, quindi, prudenzialmente, abbiamo deciso di lasciare la città.

Le immagini sulle piattaforme dei social media hanno mostrato che, alla fine, centinaia di persone sono scese in piazza il 4 agosto 2022.

Ma ciò che ha trasformato questa manifestazione in un evento molto più simbolico è stato il crollo di un paio di silos di grano, che si è verificato proprio davanti agli occhi increduli dei manifestanti, mentre marciavano per le strade di Beirut.

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Ancora, è successo ancora... (Beirut, 4.8.2022)Hussein Malla/Copyright 2022 The Associated Press. All right reserved

Euronews racconta

Chi sono i responsabili delle esplosioni di Beirut?
Servizio del 6 agosto 2020.

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Risorse addizionali per questo articolo • EDIZIONE WEB: CRISTIANO TASSINARI

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