State of the Union: Juncker sui vaccini "tutto tornerà alla normalità tra due settimane"

State of the Union: Juncker sui vaccini "tutto tornerà alla normalità tra due settimane"
Diritti d'autore Thanassis Stavrakis/AP
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Di Efi Koutsokosta
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L'ex presidente della Commissione europea si dice tranquillo sullo sviluppo della campagna vaccinale, mentre afferma di essere preoccupato per quei paesi che non tengono d'occhio il debito pubblico

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La tensione tra la Commissione europea e il gigante farmaceutico AstraZeneca, responsabile dei ritardi nella consegna dei vaccini contro il Covid-19, è alle stelle.

AstraZeneca ha annunciato problemi nella capacità di produzione, sostenendo che i dati di consegna contrattuali erano degli "obiettivi" generali piuttosto che un impegno fermo. La Commissione europea si è scagliata contro la società con un duro rimprovero.

Il perché l'Europa vada più lenta degli Stati Uniti, della Gran Bretagna o Israele nella campagna di vaccinazion è un argomento ampiamente dibattuto in questi giorni.

Ne abbiamo parlato con un uomo che conosce bene l'UE, l'ex presidente della Commissione Jean-Claude Juncker.

"Devo dire che un anno fa nessuno pensava che avremmo avuto questo vaccino - afferma-. Ed è un grande successo per la ricerca e il progresso scientifico europeo e internazionale. Penso che la Commissione abbia fatto bene, pur non sapendo cosa sarebbe accaduto nei dettagli. Penso che sia stata la scelta giusta chiedere alla Commissione Europea di ordinare questo vaccino a nome dei 27, ma ora stiamo affrontando problemi di produzione e di distribuzione".

Euronews: Crede in un rischio di nazionalismo o di una corsa al vaccino da parte degli altri paesi come gli Stati Uniti o il Regno Unito?

"Per quanto riguarda l'Unione Europea, non vedo questo rischio, questo monopolio nazionale dei vaccini che alcune persone sostengono di intravedere. Non credo che sarà così. Vedo che la produzione e la distribuzione dei vaccini sono trattate in modo diverso tra Unione Europea e Gran Bretagna, ma penso che la situazione tornerà alla normalità nelle prossime due settimane. Non sono pessimista.

Euronews: lei è preoccupato per una nuova crisi economica?

"Non proprio perché penso che le diverse economie nazionali sono abbastanza resilienti, l'economia europea è abbastanza resiliente. Sono un po’ preoccupato per la negligenza di alcuni governi circa l’attenzione al debito pubblico. Il debito pubblico è un veleno, a medio e lungo termine. Vorrei che gli Stati Membri rafforzassero la capacità delle economie di resistere alle conseguenze della crisi pandemica. Non mi piace l'idea di considerare il debito pubblico come problema in secondo piano".

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