Covid-19 e salute mentale, gli esperti lanciano l'allarme: "La prossima crisi sarà psichiatrica"

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Di Valérie Gauriat
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In Francia sono sempre di più le persone affette da problemi psichici a causa dello stress generato dalla pandemia

L'ospedale Edouard Herriot, a Lione, accoglie il maggior numero di pazienti con problemi di salute mentale nel sud-est della Francia. Emmanuel Poulet è a capo delle emergenze psichiatriche. Le persone in uno stato di fragilità già prima della pandemia sono più esposte allo stress generato dalla crisi sanitaria. Ma secondo lo psichiatra nessuno è immune.

"Ci sono pazienti che non erano stati identificati come affetti da problemi mentali - dice Poulet -. Dato l'insieme dei parametri di instabilità e stress - epidemici, sociologici o economici - pensiamo che ci sarà un aumento significativo dei disturbi depressivi, dei disturbi d'ansia e anche dei tentativi di suicidio. Cominciamo già a vederlo".

Parlare apertamente dei problemi legati alla salute mentale e aumentare le risorse sono le priorità per superare la prossima ondata della crisi sanitaria che, stando ai professionisti, sarà di natura psichiatrica.

"Ho provato una sensazione di privazione della libertà"

Euronews ha incontrato diverse persone che hanno sofferto di problemi psichici durante la pandemia. Una di loro ci ha confessato che non avrebbe mai immaginato di stare così da male da voler morire durante il primo lockdown imposto in Francia.

"Ho provato una sensazione di privazione della libertà, un sentimento di oppressione, mi sentivo in trappola - confessa -. La vita non aveva più alcun senso. Tutto ciò che ti piaceva era proibito. Per me è stato estremamente stressante. Mi sentivo fisicamente oppresso, avevo dolori allo stomaco, un nodo alla gola. Poi ho perso la testa, e ho distrutto quasi tutto a casa. Sono stato ricoverato in ospedale e mi è stato diagnosticato il delirium tremens. Poi si è scoperto che ero positivo al Covid-19. Questo significa che il Covid aveva davvero peggiorato la mia crisi. Questa è una certezza".

Sono serviti diversi mesi in ospedale prima che la situazione migliorasse. Compreso un soggiorno in una clinica psichiatrica di Lione. Anche Benny - nome di fantasia - è stato qui durante la crisi sanitaria. Era già stato in cura per dei disturbi mentali. Non ha retto lo stress causato dall'ultimo lockdown e ha chiesto di essere ricoverato.

"Il primo confinamento non mi ha toccato molto perché stavo già male - dice Benny -. Quando uscivo di casa non c'era nessuno per strada e questo mi ha rassicurava. Ma ora che mi sono un po' ripreso, ho bisogno del sostegno delle altre persone, ho bisogno che la società funzioni normalmente".

Un bisogno condiviso da molti secondo Nicolas Franck, psichiatra e capo unità dell'ospedale di Vinatier, a Lione. È l'autore di un libro e di un'indagine sull'impatto psicologico del confinamento.

"Il primo lockdown aveva già lasciato delle scorie - dice Franck -. Quello successivo è arrivato in un periodo in cui cui le giornate sono più corte. Poi c'è la crisi economica, tante persone rischiano di perdere il lavoro. Agli effetti del confinamento va aggiunta la rottura dei legami sociali, per chi è solo. Poi c'è la paura del contagio, i timori per la propria salute e per la propria sopravvivenza".

L'importanza di chiedere aiuto

Le strutture di salute mentale hanno attivato nuovi servizi per aiutare le persone in difficoltà. All'ospedale Vinatier c'è una linea telefonica attiva sette giorni alla settimana dallo scorso marzo. Di recente l'ospedale ha aperto un consultorio dedicato al Covid-19 in un centro medico-psicologico situato nel cuore della città.

Un'alternativa a volte più accessibile dei reparti psichiatrici dell'ospedale, o di studi privati ormai sommersi dalle richieste. Isolamento, precarietà, incertezza sul futuro, timori per i parenti, traumi post-contagio e lutti: i motivi di disagio sono tanti.

"Tra i sintomi più frequenti ci sono i disturbi del sonno - dice Elodie Zante, una psichiatra -. Riguardano le persone il cui ritmo di vita è cambiato e soprattutto chi non sta più lavorando. Attacchi d'ansia in persone che non ne avevano mai avuti. Casi di isolamento sociale in persone che hanno perso interesse per le cose della vita quotidiana. Ci sono poi i disturbi ossessivo-compulsivi: pazienti che, per esempio, puliscono molto le loro case. Durante la seconda ondata ci sono stati diversi casi di ricaduta e, purtroppo, molte persone non osano chiedere un consulto. Purtroppo una volta che compare una patologia psichiatrica bisogna cercare un aiuto professionale perché, con il tempo, è improbabile che possa migliorare da sola".

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