Il tonno rosso dell'Atlantico è tornato in modo rassicurante in Europa dopo che era quasi sparito due decenni fa. Oggi, i severi controlli internazionali garantiscono una pesca sostenibile in tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, sotto l'attenta supervisione degli scienziati.
Vent'anni fa, gli stock europei di tonno rosso erano in crisi. Il boom del mercato globale del sushi e del sashimi aveva portato i prezzi di questa prelibatezza di lusso a livelli straordinari. Le imbarcazioni di pesca industriale operavano in tutto il Mediterraneo senza una supervisione efficace, ignorando di fatto i limiti sostenibili.
"C'erano troppe imbarcazioni che pescavano troppi tonni rossi", spiega Tristan Rouyer, ecologo dell'IFREMER specializzato nella pesca. "In pratica, non c'erano controlli. La pesca illegale avveniva praticamente ovunque. Se ne pescavano tantissimi sia piccoli che grandi, senza sapere quanti."
Gli scienziati lanciarono l'allarme per il rapido declino della specie, mentre gli attivisti ambientali si scontrarono con il settore della pesca, chiedendo la fine di quello che definivano il saccheggio delle acque del Mediterraneo. Le campagne portarono la crisi all'attenzione pubblica, costringendo i governi e il settore della pesca ad agire.
Il piano riuscitissimo
Dopo il fallimento dei primi tentativi di riportare l'ordine, nel 2007 entrò in vigore un piano globale di recupero del tonno in tutta la regione. Introdotto dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (ICCAT) e fatto rispettare dalle autorità dell'Unione europea, il piano prevedeva quote severe, flotte ridotte, stagioni di pesca limitate e ispezioni internazionali.
Di conseguenza, le catture stimate di tonno rosso diminuirono da circa 60.000 tonnellate a 10.000 tonnellate nel 2007. Le popolazioni di tonno iniziarono a riprendersi più velocemente persino di quanto si aspettassero gli studiosi. Man mano che gli stock si riprendevano, la pesca aumentava gradualmente, ma questa volta entro limiti sostenibili gestiti con attenzione.
Ad oggi, il settore della pesca continua a operare sotto stretto controllo.
A Sète, principale centro di pesca del tonno rosso della Francia, all'arrivo a terra, ogni esemplare della specie deve essere pesato, marcato e tracciato dalla barca fino al piatto. I grandi pescherecci sono per lo più fermi in banchina: i limiti massimi consentono di pescare solo poche settimane all'anno.
Cosa ne pensano i pescatori di queste restrizioni? Stando a Bertrand Wendling, direttore generale di un'importante cooperativa di pesca, SaThoAn, il settore è favorevole alle misure e il suo impegno per la sostenibilità è confermato da certificazioni internazionali indipendenti. "Lo stock è andato tanto bene che le quote sono progressivamente aumentate del 20% per anni", osserva Wendling. "Oggi i livelli di pesca sono relativamente alti, ma sostenibili perché non si prendono più pesci piccoli. E soprattutto, la questione è estremamente regolamentata."
Gli scienziati vigilano
Le decisioni in ambito di gestione della pesca non si basano esclusivamente sulle catture dichiarate dal settore, che possono essere fuorvianti poiché i pescherecci operano nelle aree in cui il pesce è più abbondante. Per un'analisi più rappresentativa, gli scienziati usano speciali tecniche di monitoraggio per tracciare le popolazioni di tonno. I ricercatori dell'IFREMER effettuano programmi annuali di marcatura in cui applicano dispositivi elettronici ai singoli pesci per studiarne i modelli di migrazione.
"È l'unico strumento che ci consente di tracciare le migrazioni dei tonni", afferma Tristan Rouyer. "Programmiamo il dispositivo in modo che registri temperatura, pressione e luce. Queste informazioni ci permettono di ricostruire il tragitto dell'animale".
Alla marcatura elettronica si affiancano ispezioni aeree: gli scienziati sorvolano il Mediterraneo a bordo di piccoli velivoli, contando i banchi di tonno che si nutrono in superficie e confrontando il numero di avvistamenti di anno in anno. I risultati sono straordinari.
"C'è stato un grande aumento in termini di quantità tra il 2000 e il 2020", afferma Rouyer. "Nei primi anni 2000, in un'intera stagione, in 8-12 voli, vedevamo 60 banchi. Negli anni 2020, ci sono stati voli in cui vedevamo più di 300 banchi a volo!"
Dal 2020, la ripresa si è stabilizzata, sebbene gli scienziati continuino a monitorare il fenomeno per capire se è a un livello fisso o all'inizio del declino.
Cosa potrebbe ancora andare storto
Perché bisogna continuare così? Gli scienziati dicono che il ritorno del tonno rosso sarà duraturo solo se si eviterà di ripetere gli errori del passato. La gestione e il controllo sembrano funzionare ora, ma i ricercatori mettono in guardia dal rilassarsi troppo e dal lasciare che la pesca torni ai tempi del selvaggio west.
"Sappiamo che la pesca illegale inizia a diffondersi di nuovo in certi posti", osserva Rouyer. "Dobbiamo tener d'occhio questo aspetto. È importantissimo salvaguardare la questione. Se questa pesca sfuggirà al nostro controllo, probabilmente i problemi torneranno".
Per il momento, però, la storia del tonno rosso in Europa è ampiamente considerata una prova che scienziati, autorità, attivisti ambientali e settore della pesca possono collaborare per salvare una specie sull'orlo dell'estinzione.