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La resilienza idrica non può essere ignorata: l'appello di 21 Stati membri dell'Ue

AP / Daniel Roland
AP / Daniel Roland Diritti d'autore  Daniel Roland/AP2008
Diritti d'autore Daniel Roland/AP2008
Di Marta Pacheco
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In una lettera congiunta 21 Stati, tra cui l'Italia, sottolinenano che il rafforzamento della gestione delle acque nell'Ue richiederà azioni concrete e una mobilitazione strategica

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In una lettera congiunta diffusa questo giovedì la maggior parte degli Stati membri dell'Ue ha chiesto alla Commissione europea di rafforzare la sicurezza e la resilienza idrica in tutto il blocco, affermando che questa risorsa naturale strategica e vitale dovrebbe essere una "priorità assoluta" nella prossima agenda dell'Ue.

La lettera si concentra soprattutto sull'alto livello di siccità, sulla scarsità d'acqua e sulle inondazioni che riguardano ormai buona parte del blocco e che, secondo i firmatari, dichiarano "non essere più un'anomalia in Europa".

Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna hanno espresso le loro preoccupazioni durante la riunione informale dei ministri dell'Ambiente di questa settimana, e hanno invitato la Commissione a presentare misure concrete per sviluppare un "approccio globale" in linea con l'Agenda strategica, il documento di orientamento politico del Consiglio approvato il 27 giugno.

Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente circa il 20% del territorio europeo e il 30% degli europei soffrono ogni anno di stress idrico. Si stima che i danni causati ammontino a circa 9 miliardi di euro all'anno, una cifra che comunque non tiene in conto i danni agli ecosistemi e che potrebbe raggiungere i 65 miliardi di euro all'anno entro la fine del secolo.

Nella lettera indirizzata al vicepresidente esecutivo della Commissione Maroš Šefčovič, i 21 Stati membri hanno chiesto un approccio olistico con un "più alto livello di articolazione" a livello Ue che comprenda le risorse di acqua dolce e salata, la protezione degli ecosistemi, il consumo umano, l'agricoltura e i sistemi alimentari, l'energia e le industrie.

"È necessario un approccio sistemico per garantire sinergia e coerenza in tutti i processi legislativi e di pianificazione, per integrare meglio le considerazioni sull'acqua e gli obiettivi di conservazione al fine di garantire la disponibilità e la sicurezza dell'approvvigionamento idrico", si legge nella lettera.

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