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Cercas racconta il suo libro: dal viaggio di Bergoglio in Mongolia alle sfide di Papa Leone XIV

Lo scrittore Javier Cercas, autore di "El loco de Dios en el fin del mundo" (Il folle di Dio alla fine del mondo)
Lo scrittore Javier Cercas, autore di "El loco de Dios en el fin del mundo" (Il folle di Dio alla fine del mondo) Diritti d'autore  getty images - Canva - Jesús Maturana
Diritti d'autore getty images - Canva - Jesús Maturana
Di Ana LAZARO
Pubblicato il
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Nel suo nuovo libro lo scrittore spagnolo Javier Cercas racconta due anni dentro il Vaticano fino in Mongolia con Papa Francesco. A Euronews parla delle sfide che attendono Papa Leone XIV: “Per cambiare davvero la Chiesa servono 55 papi”

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Javier Cercas ama descrivere il suo libro come un romanzo di non-fiction, un misto di cronaca, autobiografia e biografia (quella di Papa Francesco). "È impossibile inventare qualcosa di così esotico e straordinario come il Vaticano. Credetemi, è assolutamente impossibile. Perché dovrei inventarlo?" Il Vaticano gli ha spalancato le porte e, per due anni, ha potuto incontrare una serie di alti funzionari.

"È parte di ciò che rende questo Papa insolito. È in grado di aprire le porte. La Chiesa non lo aveva mai fatto prima: aprire le porte del Vaticano a uno scrittore, permettergli di fare domande, parlare, discutere, vedere tutto ciò che voleva vedere e scrivere tutto ciò che voleva scrivere", spiega Cercas.

Lo scrittore ha accettato l’incarico nonostante non fosse credente. "Per me è stata un'opportunità straordinaria. A volte mi è stato chiesto: come hai potuto accettare una cosa del genere, essendo ateo e anticlericale? La mia risposta è: come avrei potuto non accettarla?"

Javier Cercas ha viaggiato con Papa Francesco in Mongolia, dove ha potuto parlare con missionari e persino con il pontefice stesso. Per scrivere il libro ha dovuto superare i propri pregiudizi e l’avvertimento della moglie, secondo cui avrebbe potuto finire per sbiancare l'immagine della Chiesa.

Alla domanda se Papa Francesco fosse un rivoluzionario, si prende una pausa di riflessione. "Se per rivoluzionario si intende un Papa che ha cambiato la dottrina cristiana, la risposta è no. Non ha cambiato nulla rispetto a ciò che dicono i suoi predecessori, o comunque ciò che ha cambiato è irrilevante. Ma se per rivoluzionario intendiamo un Papa che cerca, come voleva il Concilio Vaticano II, di tornare alla Chiesa primitiva, allora sì", dice lo scrittore spagnolo.

Cercas preferisce parlare di un Papa dirompente, perché "per molte persone nella gerarchia, per molti sacerdoti, ma anche per molti cattolici comuni, è stato molto inquietante".

"Un Papa non può fare quello che vuole"

Dalle sue conversazioni in Vaticano, conclude che Papa Francesco ha sollevato molte questioni fondamentali, come il ruolo delle donne nella Chiesa o la pedofilia, e ha cercato di mettere in campo gli strumenti per affrontarle. Ma le cose si muovono lentamente in un’istituzione con secoli di storia alle spalle. "Questa idea che il Papa possa fare quello che vuole è falsa. È una delle cose che noi laici pensiamo, ma non è così. Il Papa non può fare quello che vuole."

Secondo lui, Papa Leone XIV continuerà le riforme del suo predecessore, ma con maggiore moderazione e nel rispetto delle forme. Ricorda che Papa Francesco, già il primo giorno, si è presentato dalla loggia della Basilica di San Pietro senza i paramenti papali, mentre Leone XIV li indossava. "Il risultato di questo conclave è un Papa che, in larga misura, sarà una continuazione di Francesco. Non ho dubbi", dice. Ma i cambiamenti potrebbero essere lenti, poiché, secondo Cercas, "per realizzare questa rivoluzione non basta un Papa, ne servono 55".

Spiega che l’americano Robert Prevost ha almeno due facce che potrebbero segnare il suo pontificato. "Prima di tutto, è un missionario. E questa è la parte più pulita e luminosa della Chiesa." Ma, secondo Cercas, appartiene anche a un’altra parte, che definisce "più sospetta": il Vaticano. "Quest’uomo è stato anche in Vaticano, ha fatto parte della curia per decisione dello stesso Francesco."

Nel suo libro, Cercas pone molte domande teologiche ai suoi interlocutori, trascrivendole nel corso delle interviste. E quasi ossessivamente vuole raggiungere il Papa per chiedergli della "resurrezione della carne" e, più in particolare, se sua madre, credente, potrà ricongiungersi con suo padre dopo la morte.

Ma per sapere se la risposta del Papa abbia convinto la madre bisogna leggere il libro, conclude, "è alla fine del libro. Non posso dirlo".

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