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Francia: si apre a Parigi il processo a Gérard Depardieu, due donne lo accusano di molestie

Gérard Depardieu al Festival di Berlino 2016
Gérard Depardieu al Festival di Berlino 2016 Diritti d'autore  Axel Schmidt/AP
Diritti d'autore Axel Schmidt/AP
Di Elise Morton & AP
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Dopo il rinvio dello scorso autunno, si apre lunedì a Parigi il processo a Gérard Depardieu, il più celebre attore francese, travolto negli ultimi anni dal #MeToo in Francia, le denunce di violenze sessuali per anni coperte dal silenzio in diversi ambienti, a cominciare da quello del cinema

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Gérard Depardieu, il più celebre attore francese, quando lunedì inizierà il suo processo, dovrà affrontare non solo due donne che lo accusano di violenza sessuale, ma anche una nazione a lungo criticata per aver ignorato gli abusi da parte di personaggi noti.

L'attore 76enne è accusato di violenze sessuali, molestie e offese sessiste durante le riprese del film Les Volets Verts. I fatti risalgono al 2021 per quanto riguarda Amélie, che accusa Dépardieu di averle fatto proposte oscene davanti a tutto il cast del film, mentre l'altra donna accusa l'attore di averla ripetutamente toccata durante le riprese. Dépardieu è stato accusato di gesti e comportamenti simili da una ventina di donne ma molte procedure si sono poi concluse perché i fatti sono risultati prescritti.

Questo storico processo è considerato il caso più significativo dopo il #MeToo in Francia e solleva una domanda chiave: il Paese è finalmente pronto a ritenere responsabili i suoi giganti della cultura?

I pubblici ministeri affermano che Depardieu ha intrappolato una delle donne con le sue gambe prima di palpeggiarle la vita e il seno davanti ai testimoni. La donna ha descritto il comportamento dell'attore in un'intervista rilasciata a Mediapart nel 2021, ricordando come Depardieu abbia gridato che "non riusciva nemmeno ad alzarlo" a causa del caldo, prima di dire: "Vieni a toccare il mio grande ombrellone. Te lo infilo nelle parti basse". La donna ha affermato che lui l'ha afferrata con forza e ha dovuto essere allontanato dalle guardie del corpo.

Una seconda donna, un'assistente alla regia, ha affermato di essere stata palpeggiata sia sul set che in strada. Come accade spesso in questi casi, le identità dei querelanti sono state mantenute riservate per proteggere le vittime.

Depardieu ha negato tutte le accuse. In una lettera aperta pubblicata dal quotidiano Le Figaro nell'ottobre 2023, ha affermato con fermezza che: "Mai, ma proprio mai, ho abusato di una donna. Pensare di aver ferito qualcuno o di averlo fatto sentire a disagio è per me intollerabile". Ha aggiunto: "Sono sempre stato colpevole solo di essere troppo affettuoso, troppo generoso o di avere un temperamento troppo forte".

L'avvocato di Depardieu, Jérémie Assous, ha definito il caso privo di fondamento. Ha inoltre precisato che l'attore, che di recente ha subito un quadruplo bypass e soffre di diabete, parteciperà al processo, con pause programmate per venire incontro alle sue condizioni di salute.

I processi dopo il #MeToo

In Francia, una cultura lenta nell'affrontare gli abusi, ha reso il processo ancora più toccante. Mentre Hollywood si è prontamente schierata sulla scia del #MeToo, l'industria cinematografica francese ha avuto un approccio più riluttante. Alcuni hanno liquidato il movimento come incompatibile con i valori francesi, sostenendo che rappresentasse una minaccia alla libertà di espressione e alla cultura del flirt della nazione.

Molti sostengono che il fatto che Roman Polanski, condannato negli Stati Uniti per atti sessuali illeciti con una minorenne e accusato da molte altre donne, abbia potuto continuare a vivere e lavorare in Francia con poche conseguenze, sia indicativo dell'atteggiamento più ampio del Paese. Il suo premio César 2020 per il miglior regista ha scatenato proteste, tra cui quella dell'attrice Adèle Haenel, che è uscita disgustata.

Ma il cambiamento potrebbe essere in atto. A febbraio, il regista Christophe Ruggia è stato condannato per aver abusato sessualmente di Haenel quando era bambina. La donna, che aveva già lasciato l'industria cinematografica per protesta, è ora una voce di spicco nella lotta contro gli abusi. Judith Godrèche ha accusato i registi Benoît Jacquot e Jacques Doillon di averla abusata sessualmente da adolescente - accuse che entrambi negano.

Anche di fronte a una cultura in evoluzione, tuttavia, permane una certa resistenza. Nel 2018, oltre 100 donne francesi di spicco, tra cui l'attrice Catherine Deneuve, hanno firmato una lettera aperta su Le Monde in difesa di quella che hanno definito la "libertà di importunare", sostenendo che il flirt non dovrebbe essere equiparato alle molestie.

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