Un nuovo studio economico globale ha sottolineato la minaccia che l’intelligenza artificiale rappresenta per i musicisti e gli artisti nei prossimi anni
Nei prossimi quattro anni i lavoratori del settore musicale perderanno quasi un quarto del loro reddito a causa dell’intelligenza artificiale: è quanto rivela un nuovo studio pubblicato il 2 dicembre dalla Confederazione internazionale delle società di autori e compositori (Cisac). I risultati della ricerca mostrano che il boom dell’intelligenza artificiale arricchirà le grandi aziende tecnologiche, ma i diritti e i redditi di chi produce musica saranno drasticamente ridotti.
Si tratta del primo studio economico globale che esamina l’impatto della tecnologia emergente sulla creatività umana. Anche chi lavora nel settore audiovisivo vedrà i propri guadagni ridursi di oltre il 20 per cento, poiché il mercato dell’intelligenza artificiale generativa passerà da 3 miliardi di euro all’anno a una cifra prevista di 64 miliardi di euro entro il 2028.
Industria musicale: pro e contro dell'AI
Secondo il presidente della Confederazione Björn Ulvaeus “per i creatori di tutti i tipi, dai cantautori ai registi, dagli sceneggiatori ai compositori cinematografici, l’intelligenza artificiale ha il potere di sbloccare nuove ed entusiasmanti opportunità – ma dobbiamo accettare che, se mal regolamentata, l’intelligenza artificiale generativa ha anche il potere di causare gravi danni ai creatori umani, alle loro carriere e mezzi di sussistenza. Quale di questi due scenari sarà il risultato?”
Essendo il primo studio a stimare l’impatto economico dell’intelligenza artificiale generativa sui creatori di produzioni musicali e audiovisive a livello globale, Cisca chiede ai politici di modificare le leggi per proteggere le industrie creative e le persone che lavorano nell'indotto.