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Un rigattiere di Pompei tiene per cinquant'anni un quadro di Picasso in salotto senza saperlo

Un visitatore osserva 'Women at their Toilette, 1956', left, and 'Large Nude, 1964'
Un visitatore osserva 'Women at their Toilette, 1956', left, and 'Large Nude, 1964' Diritti d'autore  SANG TAN/AP
Diritti d'autore SANG TAN/AP
Di Ilaria Cicinelli
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Per oltre cinquant'anni una famiglia di Pompei ha tenuto un vero e proprio tesoro dentro casa, senza averne alcuna idea. La tela, ritrovata negli anni '60 da un rigattiere, è rimasta appesa nel suo salotto di casa prima di scoprire che si trattava di un capolavoro di Picasso, ora valutato 6 milioni

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È autentica la firma di Pablo Picasso sul quadro ritrovato da Luigi Lo Rosso, rigattiere di Pompei, che fino a poco tempo fa non immaginava di avere un tesoro dentro casa.

La conferma in merito all'autenticità del "Ritratto di Dora Maar" è arrivata in realtà all'inizio di settembre, con la perizia condotta dalla grafologa Cinzia Altieri, consulente presso il tribunale di Milano, ma la notizia è diventata di pubblico dominio solo in questi giorni.

La storia del ritrovamento del "Ritratto di Dora Maar"

Nel 1962, mentre sgomberava la cantina di una villa a Capri, l'uomo ha ritrovato una tela arrotolata raffigurante il volto scomposto di una donna. Nonostante la firma "Picasso" fosse ben visibile in alto a sinistra, il nome non risuona all'orecchio di Lo Rosso, all'epoca 24enne, che decide di portare la tela a casa e appenderla in salotto.

Per cinquant'anni il quadro è rimasto nel soggiorno della famiglia, guadagnandosi il nomignolo "lo sgorbio" per le forme asimmetriche tipiche dello stile dell'artista.

Solo nei primi anni 'Duemila il figlio maggiore di Lo Rosso fa notare ai genitori la forte somiglianza tra il quadro appeso in salotto e le opere di Picasso, raffigurate sui suoi libri di scuola, suggerendo la possibilità di avere in casa un'originale. Nonostante l'idea venga inizialmente liquidata, la somiglianza con i capolavori del maestro cubista è tale che il dubbio si inizia a insinuare tra i componenti della famiglia, che alla fine si convince a tentare e a pagare le perizie.

Le analisi per confermare l'autenticità del quadro di Picasso

Dopo numerose analisi, consulenze e confronti con le altre opere arriva inaspettatamente una prima conferma. Il quadro, realizzato tra gli anni '40 e '50, potrebbe essere il ritratto della poetessa francese Dora Maar, compagna di Picasso per nove anni. Esiste anche un'altra opera chiamata "Buste de Femme Dora Maar" e l'ipotesi è che Picasso abbia realizzato due diversi ritratti della donna, in momenti diversi.

Il dipinto viene poco dopo sequestrato, si ipotizza la ricettazione, e poi restituito ai proprietari. Ma le peripezie della famiglia di Pompei non finiscono qui. Il maggiore ostacolo è il rifiuto da parte della Fondazione Picasso di Parigi, gestita dai figli del pittore, di prendere in considerazione il quadro.

Lo Rosso si rivolge così alla Fondazione Arcadia, un ente senza scopo di lucro che si occupa di valorizzare il patrimonio artistico. Il presidente della Fondazione Luca Gentile Canal Marcante mette insieme un team di specialisti per una nuova serie di analisi grazie alle quali arriva la conferma dell'originalità dell'opera, coronata dall'autenticazione della firma da parte di Altieri.

Il quadro del salotto della famiglia Lo Rosso, attualmente custodito dai figli di Luigi in un caveau a Milano, è stato valutato sei milioni di euro. Se l'opera sarà riconosciuta dalla Fondazione Picasso il suo valore potrebbe salire fino a dieci o dodici milioni.

Una valutazione che non renderà più ricchi i conti in banca dei Lo Russo, almeno per ora. "Quel quadro è un pezzo della famiglia Lo Rosso di Pompei e non si vende. Stiamo cercando solo una valutazione, ma non lo vendiamo, perché questa era la volontà di mio padre che non c'è più", afferma Andrea Lo Rosso, che si dice "soddisfatto e felice" del recente riconoscimento.

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