Con Bohème continua l'incantamento del Festival Puccini

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Di Euronews
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La tragica storia di Mimì e Rodolfo nella Parigi di primo Ottocento, le arie indimenticabili che hanno reso immortale la nostra musica d’opera, hanno fatto sognare il pubblico di Torre del Lago, entusiasta anche quest’anno del Festival Puccini.

“La musica stessa, le parole, la scena, ti porta in un altro mondo, dice il tenore Stefano Secco, che interpreta Rodolfo. C‘è una specie di abbandono che succede appena parte la musica. Io un secondo prima sono ancora nella realtà; parte la musica, e woom, si va da un’altra parte.”

“Mimì, racconta Maria Agresta, è una ragazzina, quindi un po’ si avvicina a quello che ero e che sono ancora, ma che vive il dramma della vita. Parte con una freschezza, anche una spensieratezza, tipica della fanciulla, per poi arrivare alla morte; non pensare alla malattia, cercare di ignorarla, per continuare a vivere… Mimì fa questo, Mimì è la vita!”

“I momenti più drammatici, continua il soprano, stella montante del panorama lirico internazionale, sono quelli anche più difficili da interpretare perché se l’emozione ti tocca in prima persona comincia a chiudersi la gola, e ahimé la gola deve essere aperta e ben libera per poter cantare!”

A Torre del Lago sorge anche la villa dove Puccini compose buona parte delle sue opere. A conservare l’atmosfera magica di questo luogo unico e a vegliare sulla memoria del geniale compositore la nipote Simonetta, che così ricorda l’uomo Puccini.

“Puccini sprigionava vitalità, era un uomo dinamico. I primi anni che era qui andava in bicicletta, andava a pescare, a caccia, poi sono arrivate le automobili. Non era un sognatore, era un uomo attivo, gli piaceva tutto quello che era nuovo. Questo era il suo luogo preferito, la casa del cuore, gli piaceva vivere in questo ambiente, sul lago, sul suo lago; però era sempre in movimento. Qualche volta mi immmagino che compaia dietro un albero, in questi ambienti, ma forse c‘è.”

“Sul palco è bellissimo, confida Rodolfo/Stefano: è un terreno neutro dove uno può raccontare anche qualcosa di sé, celato dentro il personaggio, però quando uno canta dice a tutta la platea, ‘bene, adesso vi racconto un po’ di me’.”

Nel servizio è possibile ascoltare alcuni frammenti delle seguenti arie tratte da La Bohème di Giacomo Puccini: “Che gelida manina”, “Mi chiamano Mimì”, “Quando me n’ vò soletta”, “D’onde lieta uscì al tuo grido d’amore”, “Sono andati? Fingevo di dormire”.

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