Tesoro USA su X, giovedì: "Finché Putin continuerà le uccisioni insensate, il burattino del Cremlino Gunvor non avrà mai la licenza per operare e trarne profitto".
Un grande trader internazionale di materie prime ha rinunciato a comprare gli asset internazionali della compagnia petrolifera russa Lukoil, respingendo le accuse del governo statunitense di essere “il burattino del Cremlino”.
La società di trading Gunvor, il cui principale ufficio di trading è a Ginevra, ha annunciato su X di ritirare la proposta di acquisizione degli asset di Lukoil, un accordo che la compagnia russa aveva annunciato la settimana scorsa.
Lukoil aveva detto di aver accettato l’accordo, subordinandolo ad alcune condizioni, tra cui l’autorizzazione dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro statunitense. I termini dell’accordo non sono stati specificati.
Nella stessa piattaforma social, giovedì sera, il Dipartimento del Tesoro ha richiamato la decisione del presidente russo Vladimir Putin di invadere l’Ucraina nel febbraio 2022. Ha citato anche gli sforzi del presidente USA Donald Trump per porre fine a una guerra che ha provocato centinaia di migliaia tra morti e feriti.
“Il presidente Trump è stato chiaro: la guerra deve finire subito”, si legge nel post del Dipartimento su X. “Finché Putin continuerà le uccisioni insensate, il burattino del Cremlino, Gunvor, non otterrà mai una licenza per operare e trarre profitto.”
Gunvor, in un post poco dopo, ha detto che la dichiarazione del Tesoro nei suoi confronti è “sostanzialmente infondata e falsa”.
“Gunvor è, ed è sempre stata, aperta e trasparente sulla propria struttura proprietaria e sulle proprie attività. Da oltre un decennio si è attivamente distanziata dalla Russia, ha cessato le operazioni in linea con le sanzioni, ha ceduto gli asset russi e ha condannato pubblicamente la guerra in Ucraina”, si legge nel post.
“Accogliamo l’opportunità di correggere questo evidente fraintendimento. Nel frattempo, Gunvor ritira la sua proposta per gli asset internazionali di Lukoil”, ha aggiunto.
Gunvor è stata fondata dal magnate svedese del petrolio Torbjörn Törnqvist, oggi presidente, e da Gennady Timchenko, un oligarca vicino a Putin. La sede è a Nicosia, Cipro.
L’azienda afferma che Timchenko non è più affiliato a Gunvor e che le sue quote, in previsione di “potenziali sanzioni economiche”, furono vendute a Törnqvist nel marzo 2014, quando la Russia si apprestava ad annettere la penisola di Crimea.
Lukoil aveva annunciato di voler vendere gli asset internazionali in risposta alle sanzioni USA, che mirano a spingere la Russia ad accettare un cessate il fuoco nella guerra contro l’Ucraina.
La società detiene partecipazioni in progetti petroliferi e del gas in 11 Paesi, raffinerie in Bulgaria e in Romania, e una quota del 45% in una raffineria nei Paesi Bassi, oltre a stazioni di servizio in numerosi Paesi.