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Israele-Iran: un nuovo colpo per il commercio internazionale e i consumatori europei

Il conflitto militare israelo-iraniano e l'interruzione del commercio globale dovrebbero portare a nuovi aumenti dei prezzi in Europa
Il conflitto militare israelo-iraniano e l'interruzione del commercio globale dovrebbero portare a nuovi aumenti dei prezzi in Europa Diritti d'autore  Frank Augstein/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Frank Augstein/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Di Symela Touchtidou
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Marco Forgione, direttore generale del Chartered institute for exports and international trade, illustra a Euronews i tre scenari per l'impatto sulle imprese e sui consumatori in Europa, e l'opportunità per la Grecia di diventare un centro per nuove rotte commerciali

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La nuova crisi in Medio Oriente sta causando un altro problema al commercio mondiale, dopo la guerra dei dazi e la crisi inflazionistica.

Le navi si stanno allontanando dallo Stretto di Hormuz, il che significa che il trasporto di materie prime critiche, soprattutto petrolio e gas, sta diventando più lungo e quindi più costoso, come spiega a Euronews Marco Forgione, direttore generale del Chartered Institute for exports and international trade di Londra.

"Ci sono due cose da considerare", ha detto. "Il primo è che il petrolio è un mercato globale, quindi tutto ciò che limita o minaccia l'offerta di petrolio fa aumentare il prezzo globale del petrolio. Abbiamo assistito a un'enorme volatilità nel prezzo del greggio. Il prezzo è già salito e oggi è più alto di quello della scorsa settimana", dice Forgione.

"Ancora più importante, le azioni intraprese dal governo iraniano per bloccare il passaggio attraverso lo Stretto di Hormuz. Lo Stretto di Hormuz è un punto di transito davvero fondamentale per il petrolio mondiale. Circa il 20-25 per cento del petrolio mondiale passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Negli ultimi giorni, l'Iran è intervenuto attivamente e ha bloccato via Gps le navi e le petroliere che attraversano lo Stretto di Hormuz. Inoltre, ha anche annunciato che tutte le petroliere che attraversano lo Stretto devono ricevere un'autorizzazione preventiva", aggiunge.

Secondo Forgione la prima conseguenza sarà chiaramente una crescente pressione sui prezzi nel mercato globale. Ma, più importante, "inizieremo a vedere una carenza di forniture dal Medio Oriente, che comporta il rischio di restrizioni di approvvigionamento, in particolare per l'Europa".

Il problema non riguarda solo il petrolio: "Un'enorme quantità di gas naturale liquefatto (Gnl) sta passando attraverso lo Stretto di Hormuz. A seguito della guerra in Ucraina l'Ue ha deciso di non rifornirsi più di Gnl dalla Russia, ma da altri produttori come il Qatar. Pertanto, qualsiasi restrizione al transito attraverso lo Stretto di Hormuz avrà un impatto molto più rapido sull'Ue, soprattutto nel settore manifatturiero".

L'impatto raggiungerà presto i consumatori europei

"Chiunque sia coinvolto in una catena di approvvigionamento si trova davvero al limite, nel tentativo di gestire un'enorme complessità", afferma Forgione, ricordando che questo è "l'ennesimo episodio di incertezza e sconvolgimento", dopo gli annunci di dazi da parte degli Stati Uniti e le continue turbolenze nel Mar Rosso e nel passaggio di Suez.

"È come giocare a scacchi in quattro dimensioni", dice, sottolineando che la situazione è particolarmente drammatica per micro, piccole e medie imprese.

Secondo l'esperto le impennate improvvise dei prezzi del petrolio e delle spedizioni porterà inevitabilmente ad almeno uno dei tre scenari seguenti, già sperimentati: "Si assisterà a significativi aumenti di prezzi, si assisterà a problemi di disponibilità, cioè a una carenza di prodotti sugli scaffali o in fabbrica, oppure si assisterà a una 'shrinkflation', in cui il prodotto si riduce di dimensioni ma il prezzo rimane invariato".

"Penso che i consumatori, non solo nell'Ue ma anche al di fuori di essa, si trovino ad affrontare tutti e tre questi fattori insieme per una serie di ragioni diverse", aggiunge.

Opportunità per la Grecia, ma servono infrastrutture

Le tensioni in Medio Oriente, anche se dovessero attenuarsi nel prossimo futuro, sottolineano la necessità per l'Europa di assicurarsi rotte alternative per il trasporto delle merci.

In questo sforzo, spiega, Forgione, la Grecia può svolgere un ruolo importante se investe seriamente nelle sue infrastrutture.

"Penso che ci sia la possibilità di concentrare molto di più l'hub intorno alla Grecia, ma è necessario investire, investire nelle infrastrutture, ma anche nei processi e passare a un sistema commerciale molto più digitale. E cioè la digitalizzazione dei sistemi portuali e l'integrazione nei sistemi doganali e di commercio internazionale utilizzando processi e sistemi digitali".

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