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Le vendite di Bmw in Cina scendono al livello più basso degli ultimi cinque anni

Il logo BMW su un'automobile BMW M5 esposta al Pittsburgh International Auto Show di Pittsburgh. 14 febbraio 2025.
Il logo BMW su un'automobile BMW M5 esposta al Pittsburgh International Auto Show di Pittsburgh. 14 febbraio 2025. Diritti d'autore  AP/Gene J. Puskar
Diritti d'autore AP/Gene J. Puskar
Di Eleanor Butler
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La casa automobilistica tedesca ha annunciato un calo delle vendite globali dell'1,4 per cento. Il dato è trainato dalla debolezza della domanda cinese, mentre i dazi di Trump su auto e componenti incombono sul prossimo anno

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Nei primi tre mesi dell'anno Bmw ha registrato un calo delle vendite dell'1,4 per cento, per un totale di 586.149 veicoli.

Mentre la casa automobilistica ha venduto più modelli in Europa, registrando un aumento del 6,2 per cento rispetto all'anno precedente, le vendite globali sono state trainate in basso dalla Cina, che ha registrato un calo del 17,2 per cento.

Si tratta del peggior dato del primo trimestre registrato dalla casa automobilistica in Cina dal 2020.

In Germania, invece, le vendite di Bmw sono diminuite dell'1,3 per cento, mentre i consumatori delle Americhe e degli Stati Uniti hanno acquistato più veicoli. In queste regioni, le vendite sono aumentate rispettivamente del 5,4 per cento e del 4,1 per cento.

Bmw sta lottando per competere con i concorrenti locali in Cina, come la casa automobilistica Byd, un fattore a cui si aggiunge l'effetto sulla la domanda nel Paese di una grave crisi immobiliare e delle conseguenti ricadute economiche.

Altre case automobilistiche europee, come Porsche, Mercedes-Benz e Volkswagen, stanno subendo la stessa sorte: le loro vendite in Cina sono state colpite.

Bmw in positivo nel mercato dei veicoli elettrici

Un punto positivo per Bmw è stata la domanda di veicoli elettrici, che ha registrato un aumento del 64,2 per cento su base annua in Europa.

A livello globale nei primi tre mesi dell'anno la casa automobilistica ha consegnato ai clienti di tutto il mondo un totale di 109.516 veicoli completamente elettrici Bmw, Mini e Rolls-Royce, con un aumento del 32,4 per cento.

"Una Mini su tre venduta in Europa e più di una su due venduta in Cina erano completamente elettriche", ha dichiarato Jochen Goller, membro del Consiglio di Amministrazione di Bmw responsabile per i clienti, i marchi e le vendite.

"Ci sentiamo fiduciosi, grazie alla crescita significativa dei nuovi ordini per tutte le tecnologie di propulsione, in particolare nel nostro mercato nazionale tedesco", ha aggiunto Goller.

Il successo dei modelli elettrici di Bmw arriva mentre altre case automobilistiche sono alle prese con la transizione dai veicoli a benzina e diesel. Le aziende europee lamentano la modifica degli obiettivi di emissione, l'insufficienza dei programmi di incentivi, la concorrenza dei più economici rivali cinesi e una diffusione delle infrastrutture di ricarica più lenta del previsto.

Tra le aziende europee che hanno ridotto gli obiettivi per i veicoli elettrici ci sono la svedese Volvo e la tedesca Porsche.

Il futuro impatto dei dazi di Trump

L'annuncio di giovedì fornisce comunque un'istantanea dell'andamento di Bmw prima dell'entrata in vigore delle tariffe automobilistiche del presidente Trump.

La scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti ha introdotto una tariffa doganale del 25 per cento sulle auto importate, mentre i dazi sui componenti per auto sono previsti per il 3 maggio.

A marzo Bmw ha dichiarato al Wall Street Journal di aspettarsi che le tensioni commerciali tra Stati Uniti, Cina e Unione europea colpiscano i suoi guadagni di 1,1 miliardi di dollari (987 milioni di euro) quest'anno.

Le case automobilistiche si troveranno di fronte a una scelta: assorbire il costo dell'invio delle auto ai consumatori statunitensi, sospendere le spedizioni verso il Paese o spostare la produzione negli Stati Uniti. Quest'ultimo scenario potrebbe sembrare musica per le orecchie dell'amministrazione Trump, anche se gli esperti dubitano della sua fattibilità.

Le politiche commerciali di Trump sono attualmente così volatili che le aziende sono nervose all'idea di sradicare le attività sulla base di dazi che potrebbero cambiare.

Un ulteriore deterrente è rappresentato da una potenziale recessione economica, destinata a intaccare i profitti delle imprese in caso di rallentamento degli investimenti e dei consumi.

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