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Eurozona, l'inflazione rallenta ma meno del previsto

La Banca centrale europea a Francoforte, in Germania
La Banca centrale europea a Francoforte, in Germania Diritti d'autore  AP Photo/Michael Probst
Diritti d'autore AP Photo/Michael Probst
Di Piero Cingari
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L'inflazione dell'Eurozona è scesa al 2,4 per cento a febbraio ma è rimasta al di sopra delle previsioni. Nella Bce si potrebbe generare un braccio di ferro sulla politica monetaria

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Dopo quattro mesi consecutivi di inflazione in crescita, i prezzi al consumo nell'Eurozona hanno invertito la tendenza. A febbraio si è registrato infatti un rallentamento, ma meno marcato rispetto a quanto previsto dagli analisti. Un fattore che potrebbe incidere sulle scelte di politica monetaria della Banca centrale europea, al cui interno c'è chi preme per scelte restrittive, in controtendenza rispetto ai tagli effettuati negli ultimi mesi.

A trainare i dati nell'Eurozona sono stati Estonia, Croazia e Belgio

Secondo le stime di Eurostat, il tasso d'inflazione annuale dell'Eurozona è sceso al 2,4 per cento nel febbraio 2025, rispetto al 2,5 per cento di gennaio. Gli analisti avevano ipotizzato invece un +2,3 per cento, che avrebbe avvicinato maggiormente all'obiettivo del 2 per cento fissato dalla Bce. Inoltre, su base mensile si è registrato un aumento dello 0,5 per cento: l'incremento più marcato dall'aprile dello scorso anno.

A trainare i dati sono stati i servizi, con un aumento del 3,7 per cento su base annua. Un dato comunque migliore rispetto al +3,9 per cento del mese di gennaio. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, alcolici e tabacco si è registrata invece un'accelerazione, dal 2,3 al 2,7 per cento, mentre l'inflazione di fondo, che esclude l'energia e i servizi, è scesa leggermente, dal 2,7 al 2,6 per cento.

Tra i Paesi dell'Eurozona, è l'Estonia il Paese che ha registrato il tasso di inflazione annuale più alto, pari al 5 per cento, seguita dalla Croazia (4,7 per cento) e dal Belgio (4,4 per cento). Quest'ultimo, su base mensile ha visto la crescita dei prezzi assestarsi su un +2,4 per cento: il dato più marcato da un anno.

Cosa farà ora la Banca centrale europea

Si prevede che la Bce possa comunque ritoccare i tassi di 25 punti base nella riunione prevista il prossimo 6 marzo, con Ruben Segura-Cayuela, economista di Bank of America, che lo descrive però come "l'ultimo taglio facile". In seguito, le divisioni tra i responsabili della politica monetaria all'Eurotower potrebbero acuirsi, e ne potrebbe conseguire un ritmo meno sostenuto delle sforbiciate.

L'economista di Bnp Paribas Stéphane Colliac ha sottolineato in questo senso che l'inflazione nei servizi rimane elevata in tutta l'Eurozona. Lo stesso analista ritiene poi che la crescita dei prezzi nel comparto energia possa tornare nel breve termine, ma considera improbabile che possa risultare sostenuta: "Da qui all'estate, i prezzi dell'energia e quelli dei beni alimentari e industriali eserciteranno probabilmente pressioni al rialzo, ma un calo, anche limitato, dell'inflazione nei servizi dovrebbe garantire un contenimento complessivo nell'Eurozona in primavera e ci si dovrebbe stabilizzare attorno all'obiettivo del 2 per cento".

BNP Paribas prevede di conseguenza che la Bce possa effettuare tre tagli consecutivi dei tassi di un quarto di punto, ma lo stesso istituto di credito francese avverte che un'inflazione di fondo vicina al 3 per cento potrebbe rallentare il ritmo delle sforbiciate.

Le reazioni dei mercati: crescono euro e titoli della difesa

Dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione, l'euro si è rafforzato dello 0,6 per cento, a 1,0465 contro il dollaro, a metà mattinata di lunedì. La moneta unica ha trovato sostegno anche nel vertice del fine settimana a Londra, nel quale i leader europei hanno concordato un piano coordinato per aumentare la spesa per la difesa e sostenere gli aiuti all'Ucraina.

Anche i rendimenti obbligazionari europei sono saliti, mentre i mercati digeriscono l'impatto combinato di un'inflazione persistente e di un aumento delle aspettative di spesa pubblica. I rendimenti degli Schatz tedeschi a due anni sono in aumento di 5 punti base al 2,05 per cento, mentre quelli del Bund a 10 anni sono cresciuti di 6 punti base al 2,45 per cento.

Nei mercati azionari, l'indice Euro STOXX 50 ha guadagnato lo 0,6 per cento, mentre il DAX tedesco lo 0,8 per cento. A trainare il rally sono stati i titoli della difesa, con Rheinmetall in crescita del 17,6 per cento, le francesi Dassault Aviation e Thales del 16 per cento e l'italiana Leonardo del 15 per cento. Le aziende del settore hanno beneficiato degli annunci di possibili aumenti della spesa militare.

In Germania, le notizie hanno suggerito che la Cdu/Csu e la Spd, attualmente in trattative per formare una coalizione di governo, stanno prendendo in considerazione due fondi speciali del valore di centinaia di miliardi di euro per investimenti nella difesa e nelle infrastrutture. Il che ha dato ulteriore slancio ai titoli e ai rendimenti obbligazionari.

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