Per cercare di precedere la possibile imposizione di nuovi dazi doganali da parte degli Stati Uniti, le aziende esportatrici cinesi hanno accelerato le spedizioni a dicembre
Le esportazioni della Cina sono sono cresciute a un ritmo più veloce del previsto nel mese di dicembre. Una dinamica legata al fatto che le fabbriche della nazione asiatica di sono affrettate a rispondere agli ordinativi ricevuti, al fine di concludere le vendite prima del nuovo ingresso alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha minacciato di introdurre dazi doganali una volta entrato in carica.
L'export cinese ha fatto registrare un +10,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo i dati doganali ufficiali pubblicati lunedì. Gli analisti avevano previsto una crescita di circa il 7%. Le importazioni sono aumentate inoltre dell'1%, sempre rispetto al 2023, a fronte di una previsione di circa l'1,5%. Di conseguenza, l'avanzo commerciale della Cina è cresciuto a 104,84 miliardi di dollari (102,57 miliardi di euro).
Dazi più alti all'orizzonte
Trump ha precisato che la sua volontà è di aumentare i dazi sulle merci cinesi in arrivo negli Stati Uniti, nonché di voler lavorare su alcune "scappatoie" che gli esportatori utilizzano per vendere i loro prodotti a prezzi più bassi. Se attuati, i suoi piani potrebbero provocare un aumento dei prezzi dei beni importati nella prima economia mondiale e comprimendone di conseguenza le vendite e intaccando i margini di profitto dei produttori asiatici.
Secondo Zichun Huang di Capital Economics, le esportazioni cinesi rimarranno però probabilmente forti nel breve termine, proprio perché le imprese cercheranno di "anticipare" il potenziale aumento dei dazi. "È probabile che le spedizioni in uscita rimangano solide nel breve periodo, sostenute da ulteriori guadagni di quote di mercato globali grazie alla debolezza del tasso di cambio effettivo reale", ha scritto in una nota l'esperto.
Anche le esportazioni verso l'Unione europea sono però aumentate: dell'8,8%. Mentre quelle a destinazione di Paesi del Sud-Est asiatico sono cresciute di quasi il 19%. Si prevede però un affievolimento della dinamica nel corso dell'anno, se Trump fare seguire alle parole i fatti.
Esportazioni e commercio totale da record
I funzionari che hanno informato i giornalisti a Pechino hanno dichiarato che il valore totale annuale dell'import-export cinese ha raggiunto l'equivalente record di 5.900 miliardi di euro. Un dato in crescita del 5% rispetto all'anno precedente. La Cina è il più grande esportatore al mondo e il principale partner commerciale di oltre 150 Paesi e regioni, ha dichiarato Wang Lingjun, vice direttore generale dell'Amministrazione doganale.
L'economia della nazione asiatica aveva subito un rallentamento in seguito alla pandemia, in parte a causa della perdita di posti di lavoro e della flessione del settore immobiliare, ma le esportazioni sono aumentate. Sotto la guida del leader Xi Jinping, il Partito Comunista al governo sta promuovendo il potenziamento delle fabbriche e il passaggio a una produzione ad alta tecnologia.
L'anno scorso le esportazioni cinesi di prodotti meccanici ed elettrici sono aumentate di quasi il 9% rispetto all'anno precedente, con una crescita delle esportazioni di "apparecchiature di fascia alta" di oltre il 40%. Le esportazioni di veicoli elettrici sono aumentate del 13%, quelle di stampanti 3D sono balzate di quasi il 33% e quelle di robot industriali sono aumentate del 45%. L'e-commerce, comprese le vendite di aziende come Temu, Shein e Alibaba, ha registrato 2,6 miliardi di yuan (342 miliardi di euro), più del doppio del livello del 2020.
La Cina vuole aumentare le importazioni
La Cina non persegue però necessariamente un surplus commerciale e vuole aumentare le sue importazioni, hanno detto i suoi dirigenti. Per ora, in ogni caso, l'import è rimasto al palo, in parte a causa del calo dei prezzi di materie prime chiave come il petrolio e il ferro. Il rallentamento delle importazioni riflette anche la debolezza della domanda, dovuta alla riduzione delle spese da parte di consumatori e imprese.
"Osservando le importazioni di quest'anno, riteniamo che ci sia ancora molto spazio per la crescita. Questo non solo perché la capacità di mercato del nostro Paese è grande, ma perché ci sono molti livelli e il potenziale è enorme", ha dichiarato Lv Daliang, portavoce dell'Amministrazione doganale.
La Cina è anche bloccata su alcuni prodotti a causa di restrizioni commerciali, ha precisato Lv, riferendosi ai controlli effettuati dagli Stati Uniti e da alcuni altri Paesi sulle esportazioni strategiche verso la Cina, come nel caso dei semiconduttori avanzati e di materiali che possono essere utilizzati per scopi militari. "Inoltre, alcuni Paesi politicizzano le questioni economiche e commerciali, abusano delle misure di controllo delle esportazioni e limitano in modo irragionevole l'esportazione di alcuni prodotti in Cina, altrimenti ne importeremmo di più", ha aggiunto il portavoce.
Pechino ha eliminato i dazi sulle importazioni dai Paesi poveri
La Cina sta compiendo sforzi particolari per espandere il commercio con i Paesi che partecipano alla sua iniziativa "Belt and Road" per espandere la costruzione di infrastrutture e il commercio in gran parte del mondo. L'anno scorso il commercio con questi Paesi ha rappresentato circa la metà del totale per la nazione asiatica. Che ha eliminato completamente i dazi sulle importazioni dai Paesi più poveri del mondo.
Ma la Cina apprezza anche il commercio con i mercati tradizionali, come l'Europa e gli Stati Uniti, e l'anno scorso gli scambi bidirezionali con gli Usa sono cresciuti di quasi il 5%. "Abbiamo importato prodotti agricoli, energetici, medicinali e aerei dagli Stati Uniti e vi abbiamo esportato abbigliamento, elettronica di consumo ed elettrodomestici, ottenendo vantaggi reciproci, ha dichiarato Wang.
Attesi i dati sul Pil cinese
Secondo i funzionari statunitensi e altre voci critiche, Pechino ha spinto l'espansione delle esportazioni per compensare la debolezza della domanda interna, dovuta al rallentamento dell'economia. Con le fabbriche di alcuni settori che operano ben al di sotto della capacità, essi sostengono che il Paese abbia un problema di "sovrapproduzione". I funzionari cinesi negano questa affermazione.
"Sia dal punto di vista del vantaggio competitivo che della domanda del mercato globale, non esiste il cosiddetto problema della 'sovrapproduzione della Cina'. Si tratta di una pura e semplice invenzione", ha precisato Wang interpellato sulla questione. "La Cina - ha aggiuto - ha reso le sue industrie più efficienti attraverso l'aggiornamento, gli investimenti e l'innovazione sostenuta dalla ricerca e dallo sviluppo. Abbiamo guidato il progresso tecnologico e l'aggiornamento industriale in tutto il mondo", ha aggiunto.
I dati sul commercio cinese di dicembre precedono quelli sul Prodotto interno lordo (Pil) dell'intero anno e del quarto trimestre, attesi per venerdì. Pechino aveva un obiettivo di crescita di circa il 5% per il 2024.