Crisi energetica, Putin: la Russia è pronta ad aumentare le forniture di gas

Presidente russo Vladimir Putin
Presidente russo Vladimir Putin Diritti d'autore Diritti d'autore REUTERS/Evgenia Novozhenina/Pool
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Di Debora Gandini
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Il presidente russo ha annunciato che Mosca è pronta ad aumentare le forniture di gas all'Europa

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Il surriscaldamento globale avanza tanto quanto l’allarme sulla crisi dell'energia. Nel mezzo la disputa tra l'Unione europea e Mosca sul gas che si gioca tutta sul terreno della durata dei contratti.

Dal Forum energetico Russian Energy Week il Presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere che la Russia è pronta ad aumentare le consegne essendo sempre stata un fornitore affidabile. "Stiamo aumentando tanto quanto chiedono i nostri partner, ha dichiarato Putin. Non c'è stato alcun rifiuto, neanche uno", respingendo le critiche di chi accusa Mosca di avere un ruolo nella crisi energetica e definendole "chiacchiere politicamente motivate".

Gazprom sta attualmente adempiendo ai suoi obblighi di consegna nell'ambito di contratti a lungo termine con l'Europa hanno precisato le autorità russe. Secondo il leader del Cremlino tuttavia la situazione del mercato del gas in Europa non appare ancora equilibrata e prevedibile e la ragione principale è che non tutto in questo mercato dipende dai produttori. In poche parole i consumatori di gas giocano un ruolo non minore o addirittura importante.

Per l'ex ministro dell’Energia russo, ora vice primo ministro, Alexander Novak questa crisi energetica si sta facendo sentire non solo in Europa ma anche in Asia. “La causa principale – ha sottolineato Novak, è stato uno sbilanciato di pianificazione, oltre alla pressione di molti governi a dire no alle fonti energetiche tradizionali. Ci sono state situazioni particolari anche dal punto di vista climatico e il rapporto offerta-consumo non corrispondeva. Senza contare che non stati firmati contratti a lungo termine per la fornitura.

Mosca tende la mano ma l'Europa corre ai ripari

Alla Conferenza sull’Energia in corso a Mosca, Putin cerca in qualche modo un compromesso per il suo paese impegnato per la prima volta a raggiungere la neutralità energetica entro il 2060. La Russia, che affida il 35% delle sue entrate a petrolio e gas, è al quarto posto nella classifica dei grandi responsabili delle emissioni scaricate nell’atmosfera terrestre. Dunque la transizione energetica assume una dimensione molto complessa.

Intanto la Commissione europea ha consigliato agli stati membri di procedere con tagli alle tasse, aiuti pubblici e altre misure per mitigare l’impatto della crisi energetica sulle bollette dei cittadini. “E’ importante proteggere i consumatori vulnerabili e sostenere le aziende europee”- ha dichiarato la commissaria all’Energia Kadri Simson.

La comunicazione di Bruxelles sarà esposta il 14 ottobre al Parlamento europeo e il 21 ottobre al Consiglio europeo, dove si affronterà anche una discussione su una misura condivisa su scala Ue. Ad oggi sono 20 gli stati europei che hanno agito con provvedimenti per limitare le conseguenze della crisi, Per far fronte all’emergenza, la Norvegia ha dato disponibilità ad aumentare le forniture, mentre gli stoccaggi sono ai minimi storici e l’inverno è alle porte.

Risorse addizionali per questo articolo • Reuters

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