L'amministratore delegato del gruppo MediaForEurope, Pier Silvio Berlusconi, si è schierato dalla parte di Paramount, che ha presentato un'offerta ostile per l'acquisto di Warner Bros Discovery dopo l'accordo con Netflix. Per MFE l'operazione salvaguarda la concorrenza
MFE-MediaForEurope entra nella battaglia sul futuro di Warner Bros. Il gruppo fondato da Silvio Berlusconi, che controlla Mediaset e opera, oltre che in Italia, anche in Spagna, Germania, Portogallo, Austria e Svizzera, ha fatto sapere di preferire l'offerta di acquisto di Paramount a quella del colosso dello streaming Netflix.
Dopo le notizie dell'accordo tra Netflix e Warner Bros, la scorsa settimana Paramount ha presentato una nuova offerta a sorpresa. Ha annunciato che si sarebbe rivolta direttamente agli azionisti di Warner con una proposta di acquisizione alternativa.
"È un caso davvero rilevante", ha detto l'amministratore delegato di MFE, Pier Silvio Berlusconi mercoledì, "ma per esperienza mi pare si stiano un po' sovrastimando gli effetti. Già oggi stiamo parlando di player di dimensioni notevoli. E si andranno a integrare in un mondo già popolato da giganti".
"Se proprio devo sbilanciarmi", prosegue il figlio dell'ex premier, "preferirei vincesse Paramount. Ma solo perché in questo modo non avremmo tre giganti, Netflix, Amazon e Disney, ma quattro giganti, compresa Paramount. Tutto qui, è una questione di concorrenza, non ideologica. Un ragionamento matematico, non politico".
Berlusconi ha poi precisato che vede l'operazione "come una cosa molto americana, con pochi effetti all’estero".
Da Mediaset a MFE-Media for Europe
Dopo la fondazione negli anni Ottanta, Mediaset si è rapidamente imposta come la principale emittente televisiva privata in Italia. Nel 2021 il grande salto, con la riorganizzazione in MFE-Media for Europe, holding paneuropea con sede legale nei Paesi Bassi, nata dalla fusione delle attività di Mediaset in Italia e Spagna.
Con il progetto paneuropeo e 220 milioni di spettatori potenziali, il gruppo presieduto da Fedele Confalonieri è diventato la prima multinazionale italiana nel settore dei media.
Garantire la concorrenza
Berlusconi ha sottolineato che, in un mercato già dominato da Netflix, Amazon e Disney, l’aggregazione tra Paramount e WBD creerebbe un quarto peso massimo capace di sfidare i giganti esistenti.
Al contrario, una fusione tra Netflix e WBD potenzierebbe ulteriormente l’attuale numero uno, integrando HBO, Max e gli studi Warner Bros nella sua già vasta base di abbonati.
La posta in gioco dell’operazione Warner Bros è particolarmente alta per le emittenti europee, già schiacciate da mercati pubblicitari frammentati, da pubblici più giovani che si spostano sulle piattaforme di streaming o sulla visione online, e dall’impennata dei costi dei diritti.
Un Netflix super-potenziato con i contenuti di Warner Bros-Discovery renderebbe le emittenti europee ancora più dipendenti da pochi attori statunitensi. Di conseguenza, indebolirebbe la loro posizione nelle trattative per licenze e coproduzioni.
Chi c'è dietro l'OPA di Paramount
Paramount Skydance ha sconvolto la vicenda Warner Bros Discovery con un'OPA, un'offerta ostile da 108,4 miliardi di dollari (92,3 miliardi di euro) sull’intera società, rivolta direttamente agli azionisti di WBD.
L’offerta, sostenuta dai fondi della famiglia di Larry Ellison, da RedBird Capital e da un gruppo di potenti fondi sovrani mediorientali, oltre ad Affinity Partners di Jared Kushner, viene presentata come un’alternativa più ricca e lineare. Include non solo gli studios e Max, ma anche il portafoglio dei canali via cavo di Warner, tra cui CNN e Discovery.
Netflix, invece, ha già annunciato un accordo da 72 miliardi di dollari (61,3 miliardi di euro) per acquisire solo gli studios e la divisione streaming di WBD. Warner Bros, HBO e Max, DC e il catalogo verrebbero integrati nella sua piattaforma, mentre le reti televisive tradizionali di WBD verrebbero scorporate come Discovery Global nel 2026.
A Washington, Donald Trump ha messo pubblicamente in discussione l'accordo con Netflix.
"Penso che CNN dovrebbe essere venduta, perché credo che le persone che la gestiscono in questo momento siano o corrotte o incompetenti", ha detto Trump ai giornalisti durante una tavola rotonda con dirigenti d'azienda alla Casa Bianca, mercoledì.
"Non credo che debbano più essere incaricati di gestire CNN. Quindi penso che qualsiasi accordo debba garantire con certezza che CNN ne faccia parte o sia venduta separatamente", ha aggiunto.