Altri 16 miliardi sul tavolo
I nuovi dazi Usa al 25% sull'import made in China sono entrati in vigore alla mezzanotte di giovedì 23 agosto, quando erano le 6:00 in Italia. È la seconda tranche dei 50 miliardi totali voluti dal presidente americano Donald Trump. A stretto giro è divenuta operativa la rappresaglia cinese, che ha messo nel mirino oltre 300 beni, sempre con dazi al 25%. Parallelamente però continuano le discussioni.
La mossa reciproca da 16 miliardi segue la prima da 34 miliardi di luglio e getta le basi di una guerra commerciale tra le prime due economie del pianeta. Malgrado le minacce d Trump però, i due paesi sono troppo interconnessi. Dice un imprenditore. "I pneumatici cinesi rappresentano il 40% del mercato americano. Non esiste altro mercato al mondo che possa avere una tale domanda".
E un altro industriale afferma: "Alcuni nostri soci hanno una prima produzione qui in Usa, una seconda in Cina, e poi il prodotto finale è venduto negli Usa. Praticamente rischierebbero di avere il 75% di dazi sui loro prodotti. Non è una cosa fattibile"
Pechino si è riservata di agire a difesa dei suoi diritti e dei suoi interessi legittimi con azioni dirette, ma anche rivolgendosi direttamente all'Organizzazione mondiale del commercio.