Il premier slovacco Robert Fico minaccia il veto sul nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca, chiedendo misure concrete per sostenere industria automobilistica e costi energetici. Anche l’Austria complica il negoziato
Il primo ministro slovacco Robert Fico si prepara a usare nuovamente il suo potere di veto per bloccare l’approvazione di un nuovo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea contro la Russia.
La decisione potrebbe aprire un duro confronto politico al vertice dei leader europei previsto per la prossima settimana. Il pacchetto, discusso da settimane, è ormai definito nei suoi dettagli tecnici e legislativi, ma resta appeso all’assenso finale degli Stati membri.
Il pacchetto di sanzioni e il no di Fico
Le nuove sanzioni puntano a colpire diversi settori russi, tra cui il gas naturale liquefatto, le infrastrutture petrolifere, le attività della cosiddetta “flotta ombra”, le piattaforme di criptovalute e i movimenti dei diplomatici russi all’interno dell’Unione. Nonostante i progressi nei negoziati, la posizione slovacca è rimasta invariata e rappresenta al momento il principale ostacolo a un’intesa.
Fico ha chiarito di non essere disposto a sostenere nuovi pacchetti sanzionatori senza garanzie precise sulle politiche industriali europee. Ha chiesto che nelle conclusioni del vertice vengano inserite istruzioni politiche vincolanti per affrontare l’aumento dei prezzi dell’energia e per proteggere il settore automobilistico europeo, messo sotto pressione dalle normative ambientali e dal rallentamento della domanda globale.
Il premier ha più volte denunciato che l’attuale approccio dell’Unione non tiene conto della competitività economica del continente e si limita a dichiarazioni di principio senza interventi concreti.
Cosa chiede il premier slovacco
La mossa ricalca una strategia già adottata in passato, quando Bratislava ottenne concessioni sulle forniture energetiche in cambio del ritiro del veto.
La Slovacchia, come l’Ungheria, dipende ancora in larga parte dall’energia russa e si oppone alla transizione accelerata da Mosca, prevista entro il 2027. Questa volta, però, Fico ha ampliato il terreno di scontro, includendo anche la questione automobilistica e la necessità di proteggere le industrie tradizionali.
A complicare ulteriormente il negoziato è intervenuta l’Austria, che ha chiesto di scongelare beni appartenenti a una società russa inserita nella lista nera europea per compensare la banca Raiffeisen Bank International, coinvolta in una disputa legale da miliardi di euro in un tribunale di Mosca.
La richiesta ha suscitato forti perplessità tra diversi Stati membri, preoccupati per il rischio di creare un precedente che possa aprire la porta ad altre richieste simili.
Il vertice del 23 ottobre sarà decisivo. Se la Slovacchia non otterrà risposte alle proprie richieste, il pacchetto sanzionatorio potrebbe essere bloccato, mettendo in difficoltà la strategia europea verso Mosca e accentuando le divisioni interne.
L’Unione punta a mantenere una posizione comune contro la Russia, ma l’equilibrio tra fermezza politica e tutela degli interessi economici interni si sta facendo sempre più fragile.