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Italia-Ucraina, perchè il presidente Zelenksy non ha fatto tappa a Roma?

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meloni zelensky Diritti d'autore  Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved
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Di Giorgia Orlandi
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Zelensky in questi giorni ha visitato Atene, Parigi e Madrid per discutere nuovi aiuti, senza fare tappa a Roma. Secondo Eleonora Tufaro, ricercatrice dell’Ispi intervistata da Euronews, il viaggio aveva semplicemente tempi serrati, ma "l’Italia resta un partner credibile per Kiev”

In questi giorni, il presidente ucraino Zelensky ha fatto un breve giro di alcuni Paesi Ue. Ha visitato Atene, Parigi e Madrid per discutere con i rispettivi leader di aiuti. Nella capitale greca, si è parlato più che di armi, di forniture energetiche. Il governo di Kyriákos Mitsotákis ha assicurato a Kiev una fornitura di gas da gennaio a marzo 2026.

Poi l’incontro con il presidente Macron a Parigiche ha portato ad una nuova intesa sul fronte della difesa aerea, infine Madrid, con la Spagna, altro Paese che vuole fare la sua parte negli aiuti a Kiev.

Non prevista, questa volta, una sosta a Roma, perché? C’è un motivo particolare o si tratta solo di speculazioni avanzate da alcuni quotidiani? Ne abbiamo parlato con Eleonora Tufaro, Ricercatrice senior dell’Osservatorio Ispi per la Russia, Caucaso e Asia Centrale.

Maggioranza divisa e il nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev

Mentre fonti dell’ambasciata ucraina nella capitale, citate dal quotidiano La Stampa, chiariscono che l’incontro tra Zelensky e Meloni non era previsto in agenda - i due leader, fanno sapere, si erano già visti a margine del Consiglio europeo il 23 ottobre - continua la polemica all’interno della maggioranza, con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che si è detto contrario a nuovi aiuti, per le accuse di corruzione alla classe dirigente ucraina.

Sullo sfondo poi c’è la partecipazione italiana al Purl (Prioritized Ukraine Requirements List)ovvero l’iniziativa Nato per la quale le armi di fabbricazione statunitense verranno acquistate dai partner europei. Per il momento sembra infatti che il governo, non abbia ancora sciolto la riserva.

Intanto, il ministro della Difesa Crosetto presenterà a dicembre il dodicesimo pacchetto di armi per l’Ucraina al Copasir. Il decreto anche in questo caso sarà secretato.

Tufaro Ispi, “Poco credibile la tesi secondo cui Zelensky abbia evitato Roma per un motivo particolare”

“Si tratta di un viaggio molto ristretto, che non tocca molte capitali – spiega ad Euronews Tufaro - c’erano degli obiettivi precisi per la visita in Grecia e in Francia. La Spagna, tra l’altro non è tra gli alleati più forti dell’Ucraina, pur sostenendola.”

“Non penso che dietro al fatto che Zelenksy non sia venuto in Italia, possa esserci il tentativo di snobbare Roma. L’Italia, si è confermato un partner credibile per l’Ucraina, almeno coerente, anche se non figura tra i primi sostenitori, se guardiamo gli ultimi dati in relazione a quanto destinato del totale del Pil.”

“Roma a testimonianza della vicinanza a Kiev – ha aggiunto l’esperta dell’Ispi – ha anche di recente organizzato la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina.”

L’adesione italiana al Purl

L’Italia figura ancora tra i pochi Paesi che non hanno confermato la partecipazione al Purl, al quale avrebbero già aderito ben sedici Paesi. Abbiamo chiesto il perché di questa esitazione, visto lo stretto rapporto tra Roma e Washington, “basta vedere quello che è accaduto in Francia – nota Tufaro – c’è un desiderio da parte degli Stati europei di favorire anche la propria industria militare”.

“Si tratta della stessa logica – conclude la ricercatrice - che sottende la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina. Ovvero il messaggio è: noi aiutiamo l’Ucraina e ne beneficia anche il nostro sistema Paese e le nostre industrie”.

Paesi europei e aiuti agli Ucraina

Secondo gli ultimi dati messi a disposizione da Statista Research Department, sugli aiuti offerti all’Ucraina, tra il gennaio 2022 e il giugno 2025, in termini di percentuale sul Pil, ai primi posti figurano Danimarca con i 2,89 per cento, a seguire Estonia (2,8 per cento) e Lituania (2,16 per cento). L’Italia figura al ventisettesimo posto, dopo Francia e Germania.

Se prendiamo invece la classifica sugli aiuti militari, espressi in miliardi di euro, nello stesso periodo, al primo posto troviamo la Germania (16,51), a seguire il Regno Unito (13,77) e poi la Danimarca (9,16). L’Italia si attesta all’undicesimo posto con 1.7 miliardi di euro.

“Dal punto di vista della sicurezza, tra i primi Paesi europei per quantità di aiuti all’Ucraina, abbiamo la Francia e il Regno Unito. La Francia non punta solo ad esportare, ma anche a costruire armamenti con l’Ucraina - spiega Tufaro – verso questa direzione si sta muovendo Kiev, ovvero potenziare l’industria della difesa anche nell’ottica dell’adesione all’Ue”.

“L’attore che però, tra quelli europei dà più soldi e armamenti – conclude la ricercatrice - è sicuramente la Germania”.

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