Abu Mazen, in visita a Roma dopo l’incontro con Papa Leone XIV, ha visto Mattarella e Meloni. Il Presidente della Repubblica ha ribadito il sostegno alla soluzione dei due Stati e definito l’Anp un interlocutore fondamentale
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, nella giornata di venerdì, è stato ricevuto prima dal presidente della Repubblica e poi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Al centro dei due bilaterali, come nel caso dell’incontro con il Pontefice in Vaticano il giorno prima, la guerra a Gaza e la questione palestinese.
Mattarella: “Anp interlocutore fondamentale”
Si sono incontrati intorno alle 12.30 di venerdì, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente palestinese Abu Mazen in visita nella capitale. Mattarella ha parlato della forte amicizia tra i due Paesi, soffermandosi sul futuro della Striscia di Gaza e sulla tenuta della tregua armata.
“Occorre procedere con grande concretezza per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza e verso la creazione di due Stati nella regione. Questi obiettivi passano attraverso il disarmo di Hamas e il forte coinvolgimento dei Paesi arabi”, ha dichiarato Mattarella nei suoi colloqui con il presidente dell’Autorità palestinese.
“È indispensabile assecondare il piano di pace di Sharm el-Sheikh, mantenendo il rispetto del cessate il fuoco da ambo le parti. Le violenze allontanano la pace e la sicurezza per tutti, anche per Israele. Dobbiamo eliminare tutti quegli ostacoli che si frappongono alla soluzione dei due Stati, due popoli”, ha aggiunto il Capo dello Stato, sottolineando che “Sono inaccettabili le violenze dei coloni e il tentativo di erodere i Territori palestinesi”.
“L’Anp - ha ribadito Mattarella - è un interlocutore fondamentale in questo momento così importante e delicato”.
Abu Mazen: “Anche Israele deve riconoscere il nostro Stato”
Sulla questione palestinese e sui temi affrontati nel corso della visita romana, Abu Mazen aveva fornito un’anticipazione in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Si è parlato infatti di transizione democratica, che - come annunciato dal leader palestinese - dovrà avvenire sotto lo sguardo attento degli organismi internazionali.
Parlando del ruolo di Hamas, Abu Mazen ha dichiarato che “Deve consegnare le armi e non dovrà svolgere alcun ruolo in futuro, perché non crede alla pace”. Ha poi ribadito l’impegno dell’Anp per la pace, la fine delle violenze e la convivenza pacifica con Israele. “Siamo contrari alla guerra, all’odio, al terrorismo. Vogliamo vivere in un nostro Stato accanto a Israele, che abbiamo riconosciuto nell’88 e nel ’93 con gli accordi di Oslo, come Stato e come territorio. Ora anche Israele deve riconoscere a sua volta il nostro Stato e il nostro territorio.”
Mazen a Meloni: “Riconoscere la Palestina per preservare la soluzione a due Stati”
Nel corso del colloquio con la presidente del consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, durato circa un’ora, Abu Mazen ha rinnovato la richiesta all’Italia di riconoscere lo Stato di Palestina per “Preservare la soluzione a due Stati, sistematicamente minata dalle politiche israeliane, realizzare la pace basata sulla legittimità internazionale e sull’Iniziativa di pace araba, e garantire l’indipendenza della Palestina lungo i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale, vivendo in sicurezza e pace accanto a Israele”.
Il presidente palestinese ha anche chiesto all’Italia di continuare a “Svolgere un ruolo chiave nel rafforzare la sicurezza, sostenere la ricostruzione di Gaza e coordinarsi con tutte le parti rilevanti per raggiungere una pace duratura”.
Inoltre, Abu Mazen ha parlato degli sforzi in corso per “Mantenere il cessate il fuoco a Gaza, fornire aiuti umanitari alla Striscia, liberare ostaggi e detenuti, completare il ritiro israeliano, consentire allo Stato di Palestina di assumere le sue responsabilità e avviare la ricostruzione”, sottolineando al contempo la necessità di “Prevenire sfollamenti e annessioni”.
Il presidente dell’Anp ha infine informato la premier italiana sull’escalation israeliana in Cisgiordania, sull’espansione degli insediamenti israeliani, e sugli attacchi dei coloni contro civili palestinesi.