Le imprese che acquisteranno antivirus, sistemi di videosorveglianza e per il controllo di droni da Israele riceveranno un premio nelle gare di appalto, secondo un documento dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale
Acquistare tecnologie cyber da Israele sarà più facile per le imprese italiane, grazie agli incentivi previsti dalle linee guida dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, entrate in vigore lunedì.
Le imprese che si rivolgeranno a Tel Aviv per acquisire sistemi di cybersecurity saranno premiate nei bandi di gara con la pubblica amministrazione con otto punti in più rispetto alle concorrenti.
Le premialità si applicheranno a tutte le aziende che acquisteranno beni o servizi informatici da Paesi Nato ouna serie di Paesi terzi. Questi ultimi sono: Australia, Corea del Sud, Giappone, Israele, Nuova Zelanda e Svizzera.
Il procurement dovrà riguardare almeno una tra 22 tecnologie. Sono inclusi antivirus, microprocessori, telecamere di videosorveglianza, firewall contro le intrusioni di hacker e software per il controllo di droni.
Le pressioni di Stati Uniti e Israele
Le linee guida dell'agenzia hanno dato applicazione a un decreto del presidente del Consiglio del 30 aprile, che aveva introdotto i criteri per assegnare le premialità negli appalti per il settore cyber.
In quell'occasione, il governo di Giorgia Meloni si era attivato in seguito alle pressioni arrivate da due fronti.
Da un lato, l'amministrazione statunitense di Donald Trump aveva chiesto all'Italia di escludere dai bandi per le infrastrutture critiche le imprese cinesi e russe. Le richieste erano arrivate ad aprile durante l'incontro tra Meloni e il presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca.
"Gli Stati Uniti e l'Italia riconoscono la necessità di proteggere le nostre infrastrutture e le tecnologie nazionali critiche e sensibili, ed è per questo che ci impegniamo a rivolgerci solo a venditori affidabili in queste reti", si leggeva nel comunicato ufficiale del 17 aprile. Un riferimento non troppo velato a Pechino e Mosca.
Il governo italiano si era mosso in questo senso già a maggio 2024, con un disegno di legge che restringeva le premialità solo alle aziende che avessero siglato accordi con Paesi membri dell'Unione Europea o della Nato.
La mossa aveva tagliato fuori Tel Aviv, uno dei leader mondiali nella cybersecurity con più di 500 imprese del settore che operano nel Paese.
Le premialità reintrodotte per Israele lo hanno riportato tra i partner favoriti per le acquisizioni di sistemi informatici e tecnologie sensibili.
La collaborazione tra Italia e Israele nella cybersecurity e il "caso Paragon"
La collaborazione tra Italia e Israele nel settore della cybersecurity era finita al centro delle critiche lo scorso febbraio per il cosiddetto "caso Paragon".
In quell'occasione le conversazioni private di diversi giornalisti, attivisti e imprenditori italiani erano state spiate attraverso il software "Graphite", sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions.
Il contratto tra il governo italiano e Paragon era stato rescisso in modo definitivo a giugno, secondo quanto riferito dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), mentre continuano le audizioni per rilevare le responsabilità dell'attività di spionaggio.
L'Italia si è opposta all'esclusione di Israele dal programma Horizon Europe
Le partnership tecnologiche con Tel Aviv sono state al centro delle critiche anche a livello europeo. A luglio la Commissione europea ha proposto la sospensione di Israele dal programma "Horizon Europe", un fondo di ricerca e innovazione da 95 miliardi di euro.
In quel caso la Commissione ha fatto riferimento all'Accordo di associazione Ue-Israele, che prevede il rispetto di obblighi sui diritti umani anche per quanto riguarda la cooperazione scientifica e tecnologica.
La proposta però non ha ottenuto il necessario sostegno della maggioranza qualificata. Sia l'Italia che la Germania si sono dette contrarie alla misura che avrebbe escluso Israele da investimenti futuri per circa 200 milioni di euro.
In Italia aumentano gli attacchi cyber contro obiettivi militari
L'Italia ha registrato un'impennata di attacchi cyber contro le proprie infrastrutture e imprese, secondo l'ultimo rapporto di Clusit, l'associazione italiana per la sicurezza informatica.
Gli attacchi a obiettivi militari o governativi italiani sono aumentati del 600 per cento nei primi sei mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Nello stesso semestre il Paese ha registrato il 10,2 per cento degli attacchi cyber a livello mondiale, un'escalation rispetto al 3,4 per cento del 2021.
"Se questa tendenza dovesse consolidarsi, il problema rischia di espandersi coinvolgendo tutto il sistema organizzativo, industriale e sociale", ha commentato la presidente di Clusit, Anna Vaccarelli.
L'urgenza di concentrarsi sul settore digitale e cyber è stata confermata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un messaggio in occasione della presentazione dell'Assintel Report 2025 a Milano.
"La difesa ha intrapreso un ampio processo di trasformazione digitale", ha detto Crosetto. "L'obiettivo è costruire un sistema integrato, resiliente e sicuro, capace di operare con efficacia nel dominio cyber e nell'ambito ICT, mettendo al centro la valorizzazione del dato, la connettività avanzata, la sicurezza e la resilienza cyber".