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Crosetto: “Non siamo pronti per attacchi russi, recuperare il gap su Difesa”

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Di Giorgia Orlandi
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Dopo le dichiarazioni di lunedì, su “X” il ministro della Difesa Guido Crosetto è tornato a parlare di Difesa, ribadendo la necessità di recuperare il gap negli investimenti militari, ridotti negli ultimi decenni

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Nella giornata di martedì, sia sul suo profilo "X" che parlando dal forum “Defence Procurement: la prospettiva nazionale per una difesa europea”, il ministro Crosetto si sofferma di nuovo sul tema della Difesa e sulla necessità di ripensare gli investimenti nel settore

“Difesa in grado di assolvere al proprio compito, non è scelta politica, ma prerequisito di ogni nazione”

Crosetto chiarisce che l’obiettivo è scongiurare un ulteriore peggioramento del clima internazionale. “Avere una Difesa in grado di assolvere il proprio compito non è una scelta di natura politica, è uno dei prerequisiti di sopravvivenza di una nazione”.

“Le nostre parole, i nostri atti, le nostre posizioni, le nostre decisioni sono sempre e soltanto state guidate dalla volontà di far cessare attacchi, ostilità, violenza, morti, in Ucraina come a Gaza, in Africa come in Asia”, ha sottolineato il ministro su “X”.

“La nostra credibilità – ha poi specificato Crosetto – nonostante ciò che alcuni cercano di fare per screditarla, è altissima e fortissima”.

“Pensare alla difesa in modo diverso rispetto agli ultimi anni”

Gli sforzi per raggiungere la pace, aggiunge il ministro, non possono prescindere dai “limiti, dalle possibilità e dal peso che, purtroppo, ha una nazione di medio peso senza risorse naturali importanti, senza una potenza militare rilevante, senza una potenza economica che possa incidere sul resto del mondo, che può contare solo sulla credibilità internazionale di chi la guida”.

Un impegno che, secondo Crosetto, si è svolto nel solco di una storia che lega l’Italia da oltre 70 anni agli alleati occidentali e europei, convinti che in questa alleanza ci fossero e ci siano le garanzie migliori per sicurezza e libertà.

Ma chiarisce: "Ciò che sta accadendo nel mondo attorno a noi, indipendentemente dalle nostre alleanze e da ciò che ci è chiesto per farne parte, ci costringe a pensare alla nostra Difesa e sicurezza in modo diverso da come l'abbiamo pensata negli ultimi 20 anni”.

Necessario “recuperare il gap su Difesa”

Sempre su “X”, Crosetto affronta anche il tema della spesa e degli investimenti nel settore, che secondo il ministro devono adattarsi sia “alle minacce, sia al clima internazionale”. “Serve fornire gli strumenti e le migliori condizioni che le forze armate chiedono per assolvere il loro compito”.

“Dopo la fine della guerra fredda è stato logico, sensato, razionale, diminuire gli stanziamenti che c'erano stati fino ad allora, ben superiori al 2%. È stato sbagliato superare una soglia che ci ha fatto scendere sotto un livello minimo accettabile di mantenimento in efficienza dello strumento militare – conclude – Ora occorre recuperare quel gap, occorre farlo in modo razionale, serio, efficiente, economico, ed occorre anche, purtroppo, farlo al più presto”.

“Investire bene, Difesa centrale”

Dal primo forum “Defence Procurement: la prospettiva nazionale per una difesa europea”, in corso a Roma, il ministro si è espresso sul tema della spesa ribadendo che “l’assetto del mondo è messo in crisi, le certezze stanno cadendo, gli Stati non si rapportano più confrontando i livelli di benessere, ma le risorse naturali. La Difesa in questo mondo è diventata centrale”.

“Oggi parliamo di droni e nessuno ne parlava fino a qualche anno fa. Abbiamo il dovere di investire ogni euro in questo campo in qualcosa che sia realmente utile”.

L’Italia partecipa a nuova missione Nato, inviando due Eurofighter

Sempre lunedì, a margine della conferenza sul tour mondiale dell’Amerigo Vespucci, Crosetto ha ribadito che “l’Italia non è pronta per un attacco russo né di altri paesi”.

Il governo ha confermato l’invio di due caccia, decisione che segue l’invito del comando dell’Alleanza a rafforzare il dispiegamento sul fronte orientale, nell’ambito della recente missione Nato “Sentinella dell’Est”.

La scelta di Roma si allinea a quella di Francia, Germania, Danimarca e Regno Unito, che hanno aderito alla necessità di rafforzare la presenza militare sul fianco orientale della Nato, esposto a possibili incidenti come quelli avvenuti nei giorni scorsi.

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