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Siria: la lenta rinascita di Palmira, la città archeologica devastata dall'Isis

Archeologia della città di Palmira 2025
Archeologia della città di Palmira 2025 Diritti d'autore  Ghaith Alsayed/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Ghaith Alsayed/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di يورونيوز
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Euronews ha ottenuto un video dal Museo nazionale di Palmira, che documenta lo stato della necropoli, mostrando un gruppo di statue e sculture scoperte nelle tombe archeologiche della città

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La città archeologica di Palmira in Siria sta vivendo una notevole rinascita dopo anni di guerra civile e devastazioni dell'Isis, che ne hanno distrutto i monumenti.

Dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, gli abitanti hanno iniziato a fare ritorno nella città, che era presidiata da forze iraniane e russe, che ne occupavano anche le colline.

Più di 30mila persone sarebbero tornate in città dall'8 dicembre 2024, secondo i funzionari locali intervistati da Euronews.

A Palmira servono restauri e fondi internazionali

Euronews ha ottenuto le immagini dell'interno del Museo nazionale di Palmira dopo la caduta del regime di Assad.

Il museo sembra abbandonato e quasi completamente distrutto a causa dei combattimenti avvenuti tra le forze siriane e l'Isis nel 2015.

Il video mostra anche sculture, statue e reperti funerari vari, in particolare le stele commemorative a mezzo busto che rappresentano i lineamenti dei defunti e i loro abiti.

Nel museo è presente un ritratto del famoso archeologo siriano Khaled al‑Asaad, assassinato dall’Isis nel 2015.

Il restauro della città archeologica richiede ampi lavori di restauro e notevoli sforzi internazionali.

Secondo funzionari della città intervistati da Euronews, il museo nazionale è ancora chiuso. Sono in corso tentativi di restaurarlo grazie a fondi dell'Oman e si sta lavorando affinché possa riaprire presto.

Il Museo delle tradizioni popolari è stato invece completamente restaurato ed è aperto ai visitatori, e l'area archeologica è stata dotata di moderni sistemi di illuminazione per attirare i turisti.

Sono arrivate richieste da 52 missioni archeologiche internazionali per ottenere permessi di scavo e restauro nella città, tra cui una missione polacca, secondo i funzionari.

Per quanto riguarda la cittadella di Palmira, anche questa necessita di restauro dopo gli scontri tra l'esercito regolare siriano e l'Isis.

Il numero di turisti stranieri che visitano l'area è accettabile, dato il nuovo contesto in Siria, secondo i funzionari. La maggior parte è composta da turisti locali, soprattutto ora che l’area e le strade sono completamente messe in sicurezza.

Si comincia a vedere anche il ritorno dell'autentica cultura beduina, con tende e case tradizionali disposte ai bordi delle strade.

Questo contribuisce a dare un carattere particolare al paesaggio desertico, offre ai visitatori l’occasione di sperimentare la nota ospitalità beduina, e favorisce gli sforzi per rilanciare le attività economiche e turistiche della regione.

Con l’aumento del turismo sono stati completati tre hotel tradizionali per accogliere i visitatori, ed è in progetto l’apertura di un quarto hotel a breve.

Inoltre è stato restaurato l’ospedale della città grazie a donazioni da parte dei residenti, che hanno superato i 40mila dollari (circa 34mila euro).

Un uomo del posto espone gioielli fatti a mano in vendita ai visitatori nell'antica città di Palmira, in Siria, martedì 26 agosto 2025. 26, 2025.
Un uomo del luogo espone gioielli fatti a mano in vendita ai visitatori nell'antica città di Palmira, in Siria, martedì 26 agosto 2025. 26, 2025. Ghaith Alsayed/Copyright 2024 The AP. All rights reserved

A Palmira ci sono ancora le mine dell'Isis

Nonostante gli sforzi però le sfide rimangono. Nell'area intorno a Palmira ci sono ancora le mine piazzate dall'Isis prima del suo ritiro, secondo i funzionari locali.

Alcune unità specializzate russe e armene hanno già condotto attività di sminamento prima della caduta del regime di Assad. Ora squadre di ingegneri siriani sono intervenute per completare il lavoro, ma l'area è molto vasta e richiede tempo e risorse.

Oltre alle mine, Palmira deve affrontare un'altra sfida: gli scavi clandestini, molto diffusi nelle aree che circondano la città. Alcune persone infatti scavano illegalmente alla ricerca di manufatti che possano essere venduti sul mercato nero.

Questo fenomeno rischia di arrecare gravi danni al patrimonio culturale della città, distruggendo luoghi archeologici importanti.

Lo Stato Islamico prese il controllo della città archeologica di Palmira nel marzo 2015, distruggendo completamente il famoso tempio di Baal, Baalishmin, l'Arco di Trionfo e alcune tombe reali.

I miliziani del gruppo jihadista decapitarono l'archeologo Khaled al-Asaad nell'agosto dello stesso anno, perché si era rifiutato di rivelare un sito contenente preziosi manufatti.

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