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Siria e Israele, primi colloqui diretti dopo la caduta di Assad: mediazione Usa per la pace

FILE: Soldati siriani innalzano la bandiera nazionale siriana davanti all'edificio del Ministero della Difesa a Damasco, 19 luglio 2025
FILE: Soldati siriani innalzano la bandiera nazionale siriana davanti all'edificio del Ministero della Difesa a Damasco, 19 luglio 2025 Diritti d'autore  AP Photo
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Di Evelyn Ann-Marie Dom Agenzie: AP
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Nei colloqui mediati dagli Stati Uniti, Siria e Israele hanno discusso il ripristino del cessate il fuoco del 1974 per attenuare le tensioni dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

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Siria e Israele hanno avviato martedì i loro primi colloqui diretti ufficialmente riconosciuti, segnando un momento storico nelle relazioni tra i due Paesi. L’incontro si è svolto tra il ministro degli Esteri siriano Asaad al-Shibani e una delegazione israeliana, sotto la mediazione degli Stati Uniti, con l’obiettivo di ridurre le tensioni in Medio Oriente dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

Secondo l’agenzia di stampa siriana Sana, i negoziati hanno toccato il tema del ripristino dell’accordo di cessate il fuoco del 1974, che aveva istituito una zona cuscinetto controllata dalle Nazioni Unite tra Siria e Israele. Sebbene entrambe le parti non abbiano rilasciato dichiarazioni ufficiali sui contenuti dell’incontro, un alto funzionario dell’amministrazione Trump ha confermato i colloqui.

Washington ha più volte sottolineato l’importanza di una Siria stabile e in pace con i suoi vicini, coerentemente con la visione dell’allora presidente Donald Trump di un “Medio Oriente prospero”.

“Gli Stati Uniti continueranno a sostenere tutti gli sforzi che porteranno a una pace duratura tra Israele e i suoi vicini”, ha dichiarato un rappresentante dell’amministrazione a condizione di anonimato.

I colloqui arrivano in un momento delicato: dopo la caduta di Assad, Israele ha intensificato le proprie operazioni militari, prendendo temporaneamente il controllo della zona cuscinetto e lanciando attacchi aerei contro siti militari siriani. L’ultimo mese ha visto inoltre un’escalation di violenze interne nella provincia di Suwayda, dove Israele ha giustificato i propri raid affermando di proteggere la comunità drusa, presente sia in Siria che in Israele.

L’ammissione ufficiale da parte di Damasco di avere contatti diretti con Israele rappresenta dunque una svolta significativa, seppur fragile, in un contesto regionale ancora instabile. Il futuro dei negoziati rimane incerto, ma il passo compiuto potrebbe aprire nuove prospettive di dialogo in una delle aree più complesse del Medio Oriente.

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