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Turchia alle milizie curde in Siria: "Non ritardare il processo di integrazione"

Ministro degli Esteri Hakan Fidan e Ministro degli Esteri siriano Assad Hassan Shaybani, Damasco, 7 agosto 2025.
Ministro degli Esteri Hakan Fidan e Ministro degli Esteri siriano Assad Hassan Shaybani, Damasco, 7 agosto 2025. Diritti d'autore  Fotoğraf, Dışişleri Bakanlığı websitesinden alınmıştır.
Diritti d'autore Fotoğraf, Dışişleri Bakanlığı websitesinden alınmıştır.
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan denuncia la mancata integrazione delle Ypg/Sdf in Siria e invita Damasco e i gruppi curdi a collaborare per la stabilità nazionale

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Parlando durante una conferenza stampa congiunta con il suo omologo siriano Assad Hassan Shaybani, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha invitato la leadership delle Unita di protezione del popolo (Ypg) e delle Forze democratiche siriane (Sdf) a impegnarsi positivamente con l’amministrazione di Damasco e a contribuire alla costruzione di un futuro stabile per la Siria, smettendo di reclutare militanti e rappresentare una minaccia regionale.

La posizione turca sulle Ypg/Sdf

La Turchia considera le Ypg, il braccio armato più potente delle Sdf nel nord della Siria, come estensione del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), classificato come organizzazione terroristica da Ankara. Diverse operazioni militari turche – come Euphrates Shield, Olive Branch e Peace Spring – hanno preso di mira le posizioni delle Ypg/Sdf.

Tuttavia, molti Paesi occidentali supportano le Unita di protezione del popolo, considerate partner nella lotta contro l’Isis. Gli Stati Uniti, in particolare, definiscono le Ypg un alleato chiave nella regione.

Processo “Turchia senza terrorismo”

Fidan ha criticato l’annuncio dell’Sdf di non voler deporre le armi e la mancata attuazione dell’accordo del 10 marzo. Secondo il ministro turco, le Ypg/Sdf attendono i processi a Damasco e ad Ankara per trarne vantaggio, senza mostrare alcuna volontà di collaborazione.

“Non pensino che non lo vediamo. Esiste la regola di essere un grande Stato e di servire una grande causa. Noi stiamo facendo solo questo. Vi avvertiamo: cambiate la vostra posizione e pensate a come costruire insieme la Siria”, ha aggiunto Fidan.

Israele e la crisi a Suwayda

Parlando degli scontri a Suwayda, Fidan ha indicato Israele come uno degli attori principali della regione che contribuiscono al caos in Siria.

Le violenze tra milizie druse e tribù sunnite hanno causato centinaia di morti e un peggioramento della fragile stabilità post-bellica, mentre Israele ha condotto attacchi aerei nel governatorato.

L’accordo del 10 marzo e i negoziati falliti

Il 10 marzo Damasco e le Sdf hanno raggiunto un accordo per integrare le istituzioni curde nello Stato siriano. Tuttavia, il processo si è arenato, con le Sdf che ritengono la dichiarazione costituzionale del governo provvisorio non rappresentativa della diversità siriana.

Il ministro degli Esteri siriano Shaybani ha sottolineato l’importanza della stabilità e dell’integrità territoriale del Paese, accusando Israele di alimentare il caos e ribadendo la responsabilità dello Stato nella protezione di tutte le minoranze.

Dopo la conferenza delle Sdf a Hasakah l’8 agosto, il governo siriano ha deciso di non partecipare ai negoziati previsti in Francia, denunciando la conferenza come “fragile alleanza” non rappresentativa. Gli Stati Uniti e la Francia, tuttavia, insistono sui colloqui per integrare le Sdf nello Stato siriano, annunciando incontri a Parigi “il prima possibile”.

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