Il ministro degli Esteri iraniano ha confermato sede e giorno dei colloqui con le tre potenze europee, nella speranza di riaprire dei negoziati dopo la guerra dello scorso mese con Israele
L'Iran ha accettato di incontrare tre importanti Paesi europei - Germania, Francia e Regno Unito - per rinnovare i colloqui sul programma nucleare del Paese. Il ministro degli Esteri iraniano ha confermato che si terranno questo venerdì a Istanbul.
Teheran invierà due vice ministri in Turchia, mentre il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha parlato la settimana scorsa con le sue controparti e con l'Alta rappresentate della politica estera dell'Ue, Kaja Kallas.
L'approccio dell'Iran ai negoziati sul nucleare è "più forte di prima", dopo l'interruzione causata dalla guerra di dodici giorni con Israele del mese scorso, ha dichiarato Araghchi
Le discussioni potrebbero aprire la porta a un impegno più ampio tra Teheran e l'Occidente, dopo che per via degli attacchi subiti l'Iran ha sospeso la cooperazione con gli ispettori dell'Aiea, l'organo di controllo nucleare delle Nazioni Unite.
La ripresa dei colloqui giunge in seguito alla minaccia delle potenze europee di reimporre le sanzioni alleggerite dall'accordo del 2015 per limitare la produzione nucleare iraniana, utilizzando il cosiddetto meccanismo di snapback.
L'Iran è disposto a parlare con gli Usa solo se vengono fornite garanzie
All'inizio del mese Araghchi ha dichiarato che il suo Paese avrebbe accettato la ripresa dei colloqui nucleari con gli Stati Uniti, solo fossero state fornite garanzie contro nuovi attacchi contro il Paese.
In un discorso ai diplomatici stranieri con sede a Teheran, Araghchi aveva affermato che l'Iran è sempre stato pronto e lo sarà anche in futuro per i colloqui sul suo programma nucleare, ma "si dovrebbe garantire che in caso di ripresa dei colloqui, la tendenza non porterà alla guerra".
Il ministro ha ribadito la posizione dell'Iran secondo cui l'arricchimento dell'uranio deve continuare sul territorio iraniano, cosa che il presidente statunitense Donald Trump ha sostenuto essere impossibile.
Israele sostiene che i suoi attacchi sono avvenuti perché Teheran era a un passo da possedere una bomba nucleare. Le agenzie di intelligence statunitensi e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica hanno valutato che l'Iran ha avuto un programma organizzato di armi nucleari per l'ultima volta nel 2003, anche se dal 2018 ha arricchito l'uranio fino al 60 per cento, dunque non lontano dai livelli del 90 per cento necessari per produrre armi nucleari.
Nonostante le polemiche che hanno accolto gli attacchi statunitensi alle strutture nucleari di Teheran e i dubbi sul loro impatto, il 7 luglio il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha dichiarato che gli attacchi hanno causato danni gravi alle strutture nucleari del Paese.