Un centinaio di minori richiedenti asilo saranno trasferiti questa settimana dalle Isole Canarie alla terraferma nell'ambito di un nuovo piano governativo di ricollocazione
A partire da mercoledì 24 luglio comincerà il trasferimento di circa 100 minori richiedenti asilo dalle Isole Canarie verso la rete statale di accoglienza. L’operazione, frutto della cooperazione tra il governo centrale e quello regionale, segna l’avvio concreto di una strategia nazionale per affrontare la pressione migratoria nelle aree di frontiera.
I minori saranno temporaneamente accolti nel centro Canarias 50 di Las Palmas, destinato finora ad adulti e famiglie, che ora fungerà da hub di transito. La permanenza in questa struttura non supererà i 15 giorni: qui verranno valutati i profili individuali prima del trasferimento definitivo alle strutture umanitarie della penisola.
Il trasferimento avverrà in due fasi, mercoledì e venerdì, a partire dai centri comunitari dove attualmente risiedono i minori. Il governo ha già annunciato la disponibilità di 400 posti a Pozuelo de Alarcón (Madrid) e altri 350 in varie località della penisola. Tuttavia, il governo delle Canarie ha sollecitato chiarimenti sui tempi e sulla localizzazione esatta dei posti.
Un piano nazionale tra corresponsabilità e tensioni politiche
Il flusso migratorio verso Canarie, Ceuta e Melilla ha messo sotto stress il sistema d’accoglienza, rilanciando il dibattito sulla distribuzione dei minori non accompagnati. “Le Canarie non possono assumersi da sole questa sfida,” ha dichiarato il presidente regionale Fernando Clavijo, chiedendo corresponsabilità e umanità da parte di tutte le comunità autonome.
Martedì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto reale che istituisce un meccanismo di ricollocamento nazionale. Il piano prevede il trasferimento di circa 3.000 minori a partire dal 28 agosto. Le regioni di Madrid e Andalusia, entrambe governate dal Partito Popolare (Pp), dovranno accogliere insieme oltre il 33 per cento del totale (circa 1.300 minori), assumendo il carico più elevato.
Boicottaggi e accuse di illegalità
Il piano ha però incontrato forti resistenze: diverse comunità autonome governate dal PP – eccetto Ceuta – hanno boicottato la riunione convocata dal ministro della Gioventù e dell’Infanzia Sira Rego, definendo la misura “illegale” e rimandando alla prossima sentenza della Corte Costituzionale.
A differenza di queste, Catalogna e Paesi Baschi sono stati formalmente esentati, ma la Catalogna ha offerto volontariamente 31 posti come gesto di collaborazione.
Il piano potrebbe rappresentare un punto di svolta nella gestione dei minori migranti in Spagna, sebbene le fratture politiche restino evidenti. Il governo centrale insiste sulla necessità di una risposta comune e solidale, ma le tensioni tra Madrid e le regioni rendono incerta la piena attuazione del programma.