Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Lo ha paragonato a Hitler. Erdogan lancia un attacco senza precedenti a Netanyahu

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan pronuncia un discorso di apertura durante la riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione della cooperazione islamica a Istanbul, Turchia, sabato 21 giugno 2025.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan pronuncia un discorso di apertura durante la riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione della cooperazione islamica a Istanbul, Turchia, sabato 21 giugno 2025. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di يورونيوز
Pubblicato il
Condividi Commenti
Condividi Close Button

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato Israele di causare instabilità globale e ha paragonato il suo primo ministro Benjamin Netanyahu a Hitler

Durante un acceso discorso sabato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato Israele di essere una delle principali cause di instabilità mondiale, comparando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al dittatore nazista Adolf Hitler.

Le parole di Erdogan, pronunciate durante la 51esima sessione della riunione dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) a Istanbul, hanno suscitato forti reazioni e acceso il dibattito sulla politica israeliana, soprattutto in relazione alla situazione nella Striscia di Gaza.

"Israele come una minaccia globale"

Erdogan ha descritto la "distruzione sistematica" di Gaza da parte di Israele come un atto deliberato di aggressione, sostenuto e coperto dai suoi alleati internazionali, in particolare l'Occidente. L'accusa contro Netanyahu è stata feroce: il presidente turco ha dichiarato che il primo ministro israeliano sta replicando le politiche di Hitler, insinuando un parallelo tra l'attuale leadership israeliana e la brutale ideologia nazista. "Israele sta portando avanti la sua agenda di destabilizzazione, non solo nel Medio Oriente, ma a livello globale", ha affermato Erdogan.

La critica di Erdogan si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Israele e il mondo musulmano, in un momento in cui la Striscia di Gaza sta vivendo un’escalation di violenze che coinvolge decine di migliaia di civili. Il leader turco ha accusato l'Occidente di non fare abbastanza per fermare le politiche israeliane, con particolare riferimento al sostegno dato dalle potenze occidentali a Israele durante i bombardamenti su Gaza.

La divisione all'interno del mondo musulmano

Erdogan ha anche preso di mira l’“assenza di unità” tra i Paesi musulmani, criticando la frammentazione delle posizioni all'interno dell'Oic. "Israele sta sfruttando la mancanza di coordinamento tra i Paesi islamici per promuovere le sue politiche aggressive e imperialiste", ha osservato il presidente turco, esortando gli Stati membri dell'OIC a unirsi contro la minaccia rappresentata da Israele. La frammentazione politica tra i Paesi musulmani è un tema ricorrente nelle analisi della politica regionale, con alcune nazioni arabe che mantengono relazioni più affabili con Israele, mentre altre continuano a sostenere la causa palestinese.

Erdogan ha anche invitato a una posizione collettiva forte per fermare l’aggressione israeliana, e ha sottolineato che la Turchia non permetterà che la regione venga "ristrutturata" a spese dei suoi popoli. Il riferimento al "nuovo Sykes-Picot" fa allusione all’accordo segreto del 1916 che divise il Medio Oriente tra potenze coloniali, un tema ricorrente nella retorica politica della Turchia, che si oppone a qualsiasi tentativo di ridefinire i confini della regione senza tenere conto delle sue popolazioni.

Il conflitto con l'Iran e l'opposizione a Israele

Nel contesto dell’escalation tra Israele e Iran, Erdogan ha criticato anche gli attacchi israeliani contro le strutture iraniane e ha ribadito il sostegno della Turchia all'Iran.

"La difesa dell'Iran contro l'aggressione israeliana è un diritto legittimo", ha affermato il presidente turco, che ha anche messo in guardia contro il tentativo di Israele di sabotare i negoziati tra Teheran e Washington sul programma nucleare iraniano. Sebbene la Turchia abbia tradizionalmente avuto relazioni complesse con l'Iran, Erdogan ha cercato di presentarsi come un leader che sostiene l'Iran contro l'“imperialismo” israeliano e occidentale.

Un vertice di grande portata

La sessione dell'Oic ospitata dalla Turchia ha visto la partecipazione di circa 40 funzionari, tra cui ministri degli Esteri e capi di governo, e circa 1.000 partecipanti in rappresentanza dei 57 Stati membri. Il vertice ha trattato temi di rilevanza internazionale, come la situazione in Palestina, la guerra in Siria e la crescente influenza di potenze come l'Iran e la Turchia nella regione. Erdogan ha usato questo incontro come una piattaforma per rafforzare la sua posizione di leadership nel mondo musulmano, proponendo una maggiore unità e coesione tra i Paesi islamici.

Le parole di Erdogan sono emblematiche di una crescente polarizzazione del conflitto israelo-palestinese e delle sue ripercussioni globali. Mentre la Turchia continua a opporsi apertamente alla politica israeliana e al suo sostegno occidentale, la comunità internazionale si trova di fronte a un dilemma: come rispondere alla crescente instabilità e alle accuse di aggressione reciproca in Medio Oriente. In questo scenario, il ruolo di Erdogan e della Turchia diventa sempre più centrale, non solo come attore regionale, ma anche come una voce di sfida contro l’Occidente e Israele.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi Commenti