Il premier israeliano ha attaccato i leader occidentali che chiedono la fine dell’offensiva a Gaza. Cresce la tensione diplomatica dopo la sparatoria a Washington in cui sono morti due funzionari israeliani
Benjamin Netanyahu ha accusato i leader di Francia, Regno Unito e Canada di essere dalla "parte sbagliata della storia" e di schierarsi con Hamas, dopo che hanno chiesto la fine dell'operazione militare israeliana a Gaza e la rimozione delle restrizioni sulla consegna degli aiuti umanitari.
“Dico al presidente Macron, al primo ministro Carney e al primo ministro Starmer: Quando assassini di massa, stupratori, assassini di bambini e rapitori vi ringraziano, siete dalla parte sbagliata della giustizia. Siete dalla parte sbagliata dell’umanità e dalla parte sbagliata della storia”.
“Vogliono che Israele si ritiri e accetti che l’esercito di assassini di massa di Hamas sopravviva, si ricostruisca e ripeta il massacro del 7 ottobre ancora e ancora e ancora, perché questo è ciò che Hamas ha giurato di fare”.
All'inizio della settimana i tre leader avevano rilasciato una dichiarazione congiunta in cui condannavano le azioni militari di Israele a Gaza, avvertendo che avrebbero intrapreso "azioni concrete" se Netanyahu non avesse cambiato rotta, in particolare per quanto riguarda gli aiuti umanitari.
In un discorso televisivo Netanyahu ha anche definito l'uccisione di due membri del personale dell'ambasciata israeliana a Washington un "orribile" atto di violenza antisemita.
Yaron Lischinsky, 30 anni, e Sarah Milgrim, 26, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco mercoledì sera dopo un evento organizzato dal Capital Jewish Museum.
Elias Rodriguez ha gridato "Palestina libera, libera" mentre veniva portato via dalla polizia. Netanyahu ha tracciato una linea diretta tra la sparatoria e l’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023, che ha dato inizio alla guerra a Gaza.
Francia, Regno Unito e Canada - tutti storici alleati di Israele - hanno condannato l'attacco di Washington, così come avevano fatto dopo il massacro del 7 ottobre.
Relazioni in crisi
I ministri dei governi dei tre Paesi si sono affrettati a difendere i loro leader. Christophe Lemoine, portavoce del ministero degli Esteri francese, ha dichiarato alla radio che “Israele deve far entrare gli aiuti, l’accesso deve essere massiccio e libero”, pur criticando l’escalation militare.
Il il viceministro della Difesa britannico Luke Pollard ha respinto le critiche di Netanyahu a Starmer, affermando: “Sosteniamo il diritto di Israele all’autodifesa, a patto che si svolga nel rispetto del diritto umanitario internazionale”.
All'inizio della settimana, le relazioni tra Israele e Regno Unito sono precipitate al livello più basso degli ultimi decenni, dopo che il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha annunciato la sospensione dei negoziati di libero scambio con Israele, definendo "repellenti" gli appelli dei ministri israeliani a “purificare Gaza”.
Non è la prima volta che Macron riceve un duro rimprovero da Netanyahu. All’inizio del mese, il premier israeliano aveva accusato il presidente francese di “scegliere ancora una volta di stare dalla parte di Hamas”, dopo che Macron aveva ipotizzato sanzioni europee contro Israele per la situazione umanitaria a Gaza, dove centinaia di migliaia di persone rischiano la fame.
Dopo un blocco di quasi tre mesi su tutti gli aiuti verso la Striscia, all’inizio della settimana è stato permesso l’ingresso a decine di camion, ma l’Onu ha definito la quantità “una goccia nell’oceano” rispetto al fabbisogno.
Nel frattempo, le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno lanciato una nuova offensiva a Gaza, denominata Operazione Carri di Gedeone, con l’obiettivo di rafforzare il “controllo operativo” sulla Striscia e liberare gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. L’avanzata via terra è supportata da bombardamenti aerei e riguarda sia il nord che il sud del territorio.