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Egitto, bloccati gli attivisti della marcia verso Gaza

Membri di un convoglio umanitario di almeno 1.500 persone sventolano bandiere palestinesi da un autobus mentre il gruppo viaggia verso Gaza a Zawiya, 10 giugno 2025.
Membri di un convoglio umanitario di almeno 1.500 persone sventolano bandiere palestinesi da un autobus mentre il gruppo viaggia verso Gaza a Zawiya, 10 giugno 2025. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gavin Blackburn Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'Egitto afferma che il suo lato del valico di Rafah rimane aperto, ma l'accesso alla Striscia è bloccato da quando Israele ha preso il controllo del lato palestinese

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L'Egitto ha bloccato una marcia di attivisti che intendevano dirigersi verso Gaza giovedì, fermando così il loro tentativo di raggiungere il confine con l'enclave palestinese e sfidare il blocco imposto da Israele.

Sia le autorità egiziane sia gli attivisti hanno dichiarato che decine di persone che intendevano marciare attraverso la penisola del Sinai sono state espulse, ma gli organizzatori hanno affermato di non avere intenzione di cancellare la spedizione.

Per attirare l'attenzione sulla crisi umanitaria che affligge la popolazione di Gaza, i manifestanti hanno pianificato per mesi di percorrere circa 50 chilometri dalla città di Arish al confine egiziano con Gaza, domenica, per "mettere pressione morale e mediatica" finalizzata all'apertura del valico di Rafah e rimuovere il blocco che impedisce l'ingresso degli aiuti.

Hanno dichiarato di aver cercato di coordinarsi con le ambasciate egiziane nei vari Paesi di provenienza dei partecipanti, ma le autorità hanno detto di non aver ottenuto l'autorizzazione per la marcia.

Membri del convoglio umanitario diretto a Gaza, Zawiya, Libia
Membri del convoglio umanitario diretto a Gaza, Zawiya, Libia AP Photo

Le autorità hanno espulso una quarantina di attivisti, per lo più europei, al loro arrivo all'aeroporto internazionale del Cairo negli ultimi due giorni, ha dichiarato giovedì un funzionario egiziano.

Il funzionario ha detto che gli attivisti volevano recarsi nel Sinai settentrionale "senza avere ottenuto le autorizzazioni necessarie".

Lo stallo ha messo sotto pressione i Paesi d'origine degli attivisti, che non vogliono vedere i loro cittadini detenuti.

Un funzionario diplomatico francese ha dichiarato che la Francia è in "stretto contatto" con le autorità egiziane per quanto riguarda i cittadini francesi a cui è stato rifiutato l'ingresso in Egitto o che sono stati detenuti, per garantire la "protezione consolare".

I partecipanti hanno rischiato l'arresto per manifestazioni non autorizzate in aree sensibili come la penisola del Sinai, ha aggiunto il funzionario.

Sensibilità e sicurezza

L'Egitto ha denunciato pubblicamente le restrizioni all'ingresso degli aiuti a Gaza e ha ripetutamente chiesto la fine della guerra.

Il Cairo ha dichiarato che il lato egiziano del valico di Rafah rimane aperto, ma l'accesso alla Striscia è stato bloccato daIsraele.

Per anni le autorità hanno preso di mira i dissidenti che hanno criticato i legami politici ed economici israelo-egiziani. Una questione delicata nei Paesi vicini dove i governi mantengono relazioni diplomatiche con Israele nonostante l'ampio sostegno pubblico per il popolo palestinese.

L'Egitto aveva avvertito che solo coloro che avessero ricevuto l'autorizzazione sarebbero stati autorizzati a percorrere la marcia, riconoscendo di aver ricevuto "numerose richieste".

 Palestinesi trasportano borse contenenti cibo e pacchetti di aiuti umanitari consegnati dalla Gaza humanitarian foundation a Rafah, 11 giugno 2025
Palestinesi trasportano borse contenenti cibo e pacchetti di aiuti umanitari consegnati dalla Gaza humanitarian foundation a Rafah, 11 giugno 2025 AP Photo

"L'Egitto ha il diritto di prendere tutte le misure necessarie per preservare la sua sicurezza nazionale, compresa la regolamentazione dell'ingresso e del movimento di persone all'interno del suo territorio, specialmente nelle aree sensibili di confine", ha dichiarato il ministero degli Esteri in un comunicato di mercoledì.

Israel Katz, ministro della Difesa israeliano, ieri ha definito i manifestanti "jihadisti" e ha invitato l'Egitto a impedire loro di raggiungere il confine con Gaza.

Katz ha dichiarato che "mettono in pericolo il regime egiziano e costituiscono una minaccia per tutti i regimi arabi moderati della regione".

La marcia è iniziata pochi giorni dopo che un grande convoglio, che secondo gli organizzatori comprendeva migliaia di attivisti, ha attraversato il Nord Africa per raggiungere l'Egitto.

Marciatori arrestati al Cairo

Attivisti e avvocati hanno dichiarato che mercoledì sono iniziate le detenzioni e le espulsioni dagli aeroporti, senza che le autorità egiziane abbiano fornito alcuna motivazione esplicita alle persone fermate.

L'avvocata algerina Fatima Rouibi ha scritto su Facebook suoi concittadini, tra cui tre avvocati, sono stati trattenuti all'aeroporto mercoledì prima di essere rilasciati e infine deportati giovedì.

Bilal Nieh, un attivista tunisino che vive in Germania, ha dichiarato di essere stato espulso insieme ad altre sette persone provenienti dal Nord Africa, anch'esse in possesso di passaporto europeo.

Persone partecipano a una manifestazione a sostegno dei palestinesi di Gaza nella città cisgiordana di Ramallah, 12 giugno 2025.
Persone partecipano a una manifestazione a sostegno dei palestinesi di Gaza nella città cisgiordana di Ramallah, 12 giugno 2025. AP Photo

La Marcia Globale per Gaza è l'ultima iniziativa della società civile che chiede l'ingresso di cibo, carburante, forniture mediche e altri aiuti a Gaza.

Israele ha imposto un blocco totale a marzo nel tentativo di fare pressione su Hamas affinché disarmi e rilasci gli ostaggi presi nell'attacco del 7 ottobre 2023 che ha scatenato l'attuale guerra a Gaza.

Il mese scorso ha leggermente allentato le restrizioni, consentendo l'ingresso di aiuti limitati, ma gli esperti avvertono che le misure non sono affatto sufficienti.

Gli esperti di sicurezza alimentare avvertono che la Striscia di Gaza rischia di cadere in carestia se Israele non rimuove il blocco e non interrompe la campagna militare.

Quasi mezzo milione di palestinesi rischia di morire di fame e un altro milione di persone riesce a malapena a procurarsi il cibo necessario, secondo i risultati della Classificazione Integrata delle Fasi della Sicurezza Alimentare (Ipc), un'importante autorità internazionale.

Israele ha respinto i risultati, affermando che le precedenti previsioni dell'Ipc si erano rivelate infondate.

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