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Un convoglio dalla Tunisia verso la Striscia di Gaza per denunciare il blocco israeliano degli aiuti

Manifestanti davanti all'ambasciata statunitense a Tunisi per condannare l'azione militare in Palestina, 5 aprile 2025
Manifestanti davanti all'ambasciata statunitense a Tunisi per condannare l'azione militare in Palestina, 5 aprile 2025 Diritti d'autore  AP Photo
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Di Gavin Blackburn Agenzie: AP
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Attivisti, medici e avvocati nordafricani attraverseranno Tunisia, Libia ed Egitto fino al valico di Rafah. "Non ci aspettiamo di entrare, ma vogliamo mandare un messaggio di solidarietà e resistenza"

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Un convoglio di autobus e auto private è partito lunedì da Tunisi diretto a Gaza, nell'ambito degli sforzi per denunciare il blocco imposto da Israele sugli aiuti umanitari al territorio, dopo che le autorità israeliane hanno impedito a una nave umanitaria di arrivarci.

Lo sforzo via terra, organizzato in modo indipendente ma coordinato in concomitanza con la flottiglia, è composto da attivisti, avvocati e professionisti del settore medico provenienti dal Nord Africa.

Il convoglio prevede di attraversare Tunisia, Libia ed Egitto prima di raggiungere Rafah, il valico di frontiera con l’Egitto che è rimasto in gran parte chiuso da quando, nel maggio 2024, l’esercito israeliano ha preso il controllo di una parte di Gaza.

I gruppi della società civile tunisina che sostengono il convoglio hanno dichiarato che il loro obiettivo è chiedere "l’immediata rimozione dell’ingiusto assedio sulla Striscia".

Hanno inoltre affermato che i governi dei Paesi arabi non hanno fatto abbastanza pressione per porre fine alla guerra di 20 mesi tra Israele e Hamas.

Dopo un blocco su Gaza durato quasi tre mesi, volto a fare pressione su Hamas, Israele ha iniziato il mese scorso a far entrare alcuni aiuti umanitari.

Manifestanti fuori dall'ambasciata statunitense a Tunisi per condannare l'azione militare in Palestina, 5 aprile 2025
Manifestanti fuori dall'ambasciata statunitense a Tunisi per condannare l'azione militare in Palestina, 5 aprile 2025 AP Photo

Le associazioni umanitarie hanno messo in guardia sul rischio di carestia per la popolazione di oltre 2 milioni di persone, a meno che il blocco non venga revocato e Israele non fermi la sua offensiva militare.

Il convoglio è partito mentre la Freedom Flotilla Coalition, una nave di aiuti partita dalla Sicilia all’inizio del mese, è stata sequestrata dalle forze israeliane in quelle che, secondo gli attivisti, erano acque internazionali. Le persone a bordo, tra cui l’attivista svedese per il clima Greta Thunberg, sono state arrestate e saranno deportate nei loro Paesi d’origine.

Il convoglio via terra ha suscitato attenzione in Tunisia e Algeria, dove è partito domenica, con alcune persone che sventolavano bandiere palestinesi e cantavano a sostegno della popolazione di Gaza.

"Questo convoglio parla direttamente alla nostra gente di Gaza e dice: ‘Non siete soli. Condividiamo il vostro dolore e la vostra sofferenza’", ha scritto sui social media Yahia Sarri, uno degli organizzatori algerini del convoglio.

Gli attivisti nordafricani non si aspettano che il loro convoglio possa effettivamente entrare a Gaza.

In ogni caso, il loro è "un messaggio di sfida e di volontà", ha dichiarato Saher al-Masri, attivista palestinese di Tunisi.

Israele ed Egitto hanno imposto diversi livelli di blocco su Gaza da quando Hamas ha preso il potere dalle forze palestinesi rivali nel 2007.

Il convoglio prevede di radunare sostenitori nelle città a sud di Tunisi prima di attraversare la Libia, dove gli scontri tra milizie rivali sono diventati più intensi negli ultimi mesi.

Gli organizzatori hanno dichiarato di aver pianificato gli attraversamenti terrestri con le autorità competenti prima della partenza del convoglio.

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