I presenti hanno denunciato il "puro orrore" dell'attuale situazione nella Striscia di Gaza, ricordando gli oltre 50.000 bambini che, secondo i dati dell'Unicef, sono già morti o rimasti feriti a causa del conflitto
Nel tardo pomeriggio di martedì, Largo do Chiado si è trasformato in un teatro di protesta. Centinaia di persone si sono radunate nel cuore della capitale portoghese per manifestare contro la guerra in corso nella Striscia di Gaza e, in particolare, contro l’azione militare israeliana nell’enclave palestinese.
La marcia è proseguita verso il Parlamento, con lo slogan chiaro e diretto: “Riconoscere lo Stato di Palestina”. Tra bandiere, striscioni e cori, i manifestanti hanno chiesto al governo portoghese di assumere una posizione più netta, denunciando quello che definiscono un “genocidio” e l’“impunità” concessa a Israele.
“Il governo ha un obbligo morale: rompere con l’ipocrisia e riconoscere ufficialmente la Palestina”, ha dichiarato il giornalista e poeta Fernando Fitas, che ha anche lodato il “coraggio” dimostrato dalle autorità spagnole su questo fronte.
L’iniziativa è stata promossa da diverse realtà della società civile, tra cui il Consiglio portoghese per la pace e la cooperazione (Cppc), la Cgtp, il Progetto Rumore e il Movimento per i diritti del popolo palestinese e per la pace in Medio Oriente (Mppm).
Presenti anche volti noti della politica: Jorge Pinto (Livre), Paulo Raimundo (PCP) e Mariana Mortágua (Blocco di Sinistra) hanno espresso il loro sostegno alla causa palestinese e alle richieste di cessate il fuoco immediato.
Secondo l’Unicef, oltre 50.000 bambini sarebbero morti o feriti a causa del conflitto, una cifra che i manifestanti hanno più volte citato per sottolineare la drammaticità della situazione.
Dall'inizio dell’offensiva militare israeliana, il Ministero della Sanità di Gaza – controllato da Hamas – parla di oltre 55.000 vittime tra civili e combattenti, con donne e bambini che rappresentano più della metà dei decessi. Intanto, restano 53 gli ostaggi nelle mani di Hamas, di cui almeno 20 ancora in vita.
Per i partecipanti alla marcia di Lisbona, la pace passa anche dal riconoscimento politico e simbolico di uno Stato palestinese. E il Portogallo, sostengono, non può più restare in silenzio.