Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Un rapporto dell'Ue indica che Israele ha violato i diritti umani a Gaza

Palestinesi trasportano sacchi e scatole di cibo e aiuti umanitari scaricati da un convoglio del Programma alimentare mondiale
Palestinesi trasportano sacchi e scatole di cibo e aiuti umanitari scaricati da un convoglio del Programma alimentare mondiale Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Jorge Liboreiro & Maïa de La Baume & Shona Murray, Video: Maria Psara
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Un rapporto europeo di revisione dell'Accordo di associazione Ue-Israele ha trovato "elementi" che mostrano come Israele abbia violato i suoi obblighi in materia di rispetto dei diritti umani a Gaza

PUBBLICITÀ

Le azioni compiute da Israele nella Striscia di Gaza evidenziano violazioni delle disposizioni in materia di rispetto dei diritti umani contenute nell'accordo di associazione con l'Unione europea. A confermare i sospetti è un rapporto del servizio diplomatico dell'Ue, che cita una serie di informazioni raccolte da organizzazioni internazionali indipendenti.

La critica alle scelte sulle consegne di aiuti umanitari a favore dei palestinesi

In particolare, il dito è puntato contro le politiche applicate alle consegne di aiuti umanitari a favore della popolazione civile, che hanno alimentato il rischio di una carestia diffusa tra i palestinesi che vivono nell'enclave densamente popolata. Ma le critiche riguardano anche l'occupazione illegale della Cisgiordania da parte di Israele, dove i coloni hanno compiuto ripetuti atti di violenza.

Gli europei hanno in particolare reagito con shock e rabbia alle notizie di palestinesi uccisi dall'esercito israeliano mentre aspettavano disperatamente aiuti nei luoghi di distribuzione.

Il rapporto è stato curato dal Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) ed è stato inviato venerdì agli Stati membri in forma confidenziale per evitare fughe di notizie. "Ci sono indicazioni sul fatto che Israele abbia violato i suoi obblighi in materia di rispetto dei diritti umani ai sensi dell'articolo 2 dell'Accordo di associazione Ue-Israele", ha confermato un alto diplomatico a Euronews, citando le conclusioni contenute nel documento.

L'analisi sulle azioni di Israele avviata su richiesta di 17 Paesi europei

L'analisi è stata avviata il mese scorso su richiesta di 17 Stati, guidati dai Paesi Bassi, al fine di determinare se Israele stesse ancora rispettando il documento, che afferma che le relazioni bilaterali "si basano sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, che guidano la loro politica interna e internazionale e costituiscono un elemento essenziale di questo accordo".

Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia hanno appoggiato l'appello olandese. Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Ungheria, Italia e Lituania si sono detti invece contrari, mentre la Lettonia ha adottato una posizione "neutrale", secondo quanto trapelato.

Israele: "Totale incomprensione della situazione che viviamo”

Israele ha criticato la decisione e ha chiesto a Bruxelles di mantenere aperto il dialogo bilaterale. "Rifiutiamo completamente la direzione presa nella dichiarazione, che riflette una totale incomprensione della complessa realtà che Israele sta affrontando", ha dichiarato a maggio un portavoce del ministero degli Esteri di Tel Aviv. "Questa guerra è stata imposta a Israele da Hamas, e Hamas è l'unico responsabile della sua continuazione".

La responsabile della politica estera dell'Unione europea Kaja Kallas
La responsabile della politica estera dell'Unione europea Kaja Kallas European Union, 2025.

Le conclusioni del rapporto saranno discusse dagli ambasciatori e successivamente dai ministri degli Esteri. L'Alto rappresentante della Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, informerà personalmente i leader durante un vertice a Bruxelles previsto giovedì 26 giugno.

La dirigente si muove però su una linea sottile per mantenere tutti i Paesi sulla stessa lunghezza d'onda, e solo recentemente ha inasprito i toni nei confronti di Israele e di quello che definisce "armamento" degli aiuti umanitari.

"È molto doloroso per me vedere questa sofferenza", ha affermato Kallas. "Quando sento che 50 persone sono state uccise mentre erano in fila per ottenere della farina, è straziante, e ovviamente mi chiedo cosa possiamo fare di più".

Cosa potrebbe decidere ora l'Ue

Spetterà agli Stati membri decidere le eventuali azioni che l'Ue dovrà intraprendere in risposta ai risultati del rapporto. Le opzioni possibili includono la sospensione completa dell'accordo, che è altamente improbabile, o la sospensione parziale di alcune disposizioni relative al libero scambio, alla ricerca, alla tecnologia, alla cultura e al dialogo politico.

Alcune opzioni richiederanno il sostegno unanime di tutti i 27 Stati membri, mentre altre solo una maggioranza qualificata, ovvero almeno il 55 per cento dei Paesi che rappresentano almeno il 65 per cento della popolazione europea. Qualsiasi decisione sulla sospensione di aspetti commerciali dell'accordo sarà nelle mani della Commissione europea e i diplomatici affermano che anche in questo caso sarà difficile raggiungere un accordo.

Nessuna azione fino a luglio

Dato il breve lasso di tempo intercorso tra la pubblicazione della revisione e l'incontro dei ministri, non si prevede che siano prese nell'immediato delle decisioni. Ci si riunirà in questo senso nuovamente a luglio.

Un diplomatico di alto livello ha spiegato che è "difficile" prevedere se il gruppo di 17 Stati rimarrà unito sui prossimi passi, ma ha espresso la speranza che i risultati contribuiscano ad "aumentare la pressione" su Israele per alleviare le sofferenze umane all'interno della Striscia devastata dalla guerra.

"Ci sono tre punti importanti che vogliamo vedere", ha spiegato il diplomatico, parlando a condizione di mantenere l'anonimato. "Primo, la fine completa e immediata del blocco agli aiuti umanitari. Secondo, passi significativi verso un cessate il fuoco che permetta il rilascio di tutti gli ostaggi. In terzo luogo, vorremmo che non venissero compiuti altri passi che rendono più difficile la soluzione dei due Stati".

Il rapporto arriva mentre in Medio Oriente è in atto un'escalation, in particolare tra Israele e Iran, che sarà in cima all'agenda dei ministri degli Esteri che si riuniranno lunedì 23 giugno. Resta da vedere in che modo la discussione sull'Iran influenzerà le decisioni su Gaza.

La situazione nella Striscia di Gaza è ormai da mesi catastrofica per la popolazione civile
La situazione nella Striscia di Gaza è ormai da mesi catastrofica per la popolazione civile Associated Press.

"Quanti Stati europei adesso saranno disposti a non agire?”

Un diplomatico di un altro Paese ha affermato che è "fondamentale" mantenere l'attenzione politica su Gaza piuttosto che "guardare altrove", cioè all'Iran. "Se il rapporto è così duro come immaginiamo, quanti Stati membri saranno ancora disposti a non fare nulla e a continuare a dire che si tratta di normalità?", ha detto il diplomatico. "Questi Stati membri dovranno giustificare la loro inazione".

Ma il senso di urgenza non è ugualmente condiviso. Diverse capitali insistono sul fatto che l'Ue dovrebbe concentrarsi sul mantenimento di relazioni aperte con Tel Aviv invece di tagliarle. "Per noi è importante mantenere un livello di comunicazione decente con Israele. Vogliamo mantenere l'accordo di associazione così com'è", ha spiegato un terzo diplomatico. "Per molti di noi, il commercio con Israele è importante e non vogliamo chiudere le porte".

Un quarto diplomatico ha osservato: "La situazione umanitaria è molto grave, ma non smetterà di essere drammatica anche se sospendiamo l'accordo".

La revisione arriva un giorno dopo che il Belgio, insieme a Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia, ha chiesto alla Commissione europea di esaminare "come il commercio di beni e servizi legati agli insediamenti illegali nei Territori palestinesi occupati possa essere allineato al diritto internazionale".

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Haifa sotto attacco: la vulnerabilità strategica di Israele nel cuore del Mediterraneo

Gaza: oltre 50 morti e 200 feriti per spari israeliani su folla in attesa di aiuti a Khan Younis

Egitto, bloccati gli attivisti della marcia verso Gaza