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Israele approva la costruzione di 22 nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata

Una veduta dell'insediamento israeliano di Bruchin in Cisgiordania, 23 maggio 2025
Una veduta dell'insediamento israeliano di Bruchin in Cisgiordania, 23 maggio 2025 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Abby Chitty Agenzie: AP
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L'espansione includerà la legalizzazione degli avamposti già fondati dai coloni israeliani senza l'approvazione ufficiale del governo israeliano

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Israele ha dichiarato di voler costruire 22 nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata, una mossa che include il riconoscimento formale di una serie di avamposti non autorizzati già costruiti senza l'approvazione del governo israeliano.

L'organizzazione israeliana anti-insediamento Peace Now riferisce che il piano prevede la legalizzazione di dodici avamposti esistenti, la costruzione di nove nuovi insediamenti e la designazione di un quartiere all'interno di un insediamento esistente come insediamento indipendente.

Katz: espansione insediamenti in Cisgiordania per bloccare la creazione di uno Stato palestinese

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che la nuova iniziativa di insediamento "rafforza la nostra sovranità su Giudea e Samaria", usando il riferimento biblico di Israele per la Cisgiordania.

Il ministro israeliano ha descritto la decisione come una misura strategica per "consolidare i nostri diritti storici" e come una "risposta ferma al terrorismo palestinese".

Katz ha inoltre affermato che l'espansione degli insediamenti contribuisce a bloccare la formazione di uno Stato palestinese, che a suo dire rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza di Israele.

I palestinesi manifestano contro i piani israeliani per l'annessione di parti della Cisgiordania, nel 2020
I palestinesi manifestano contro i piani israeliani per l'annessione di parti della Cisgiordania, nel 2020 AP Photo/Khalil Hamra

Peace Now ha criticato la mossa come la più radicale dagli Accordi di Oslo del 1993, che avevano gettato le basi per un processo di pace ormai in stallo. Il gruppo ha avvertito che la decisione avrebbe rimodellato il paesaggio della Cisgiordania e approfondito l'occupazione israeliana.

La Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme Est, territori conquistati da Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, sono al centro delle aspirazioni palestinesi alla creazione di uno Stato.

Circa tre milioni di palestinesi vivono in Cisgiordania, sotto un sistema di controllo militare israeliano e una governance limitata dell'Autorità Palestinese.

Gli attivisti israeliani criticano il governo: "Abbandonata la soluzione a due Stati"

Peace Now ha accusato il governo israeliano di aver abbandonato ogni pretesa di perseguire una soluzione a due Stati. "Il governo sta chiarendo, ancora una volta e senza ritegno, che preferisce approfondire l'occupazione e avanzare l'annessione de facto piuttosto che perseguire la pace", ha dichiarato il gruppo.

La Cisgiordania ospita attualmente oltre 500mila coloni israeliani che vivono in più di cento insediamenti, che vanno da modesti avamposti a grandi città con infrastrutture moderne.

La maggior parte della comunità internazionale considera gli insediamenti israeliani illegali e un ostacolo alla risoluzione del decennale conflitto.

Nonostante ciò, Israele ha accelerato la costruzione di insediamenti negli ultimi anni e, dallo scoppio della guerra a Gaza, ha intensificato le demolizioni di case e le confische di terreni nel territorio, costringendo molte famiglie palestinesi a evacuare.

L'espansione ha costantemente limitato la mobilità e l'accesso alla terra dei palestinesi, rendendo sempre più improbabile la fattibilità di un futuro Stato palestinese.

Il ruolo degli Usa nell'espansione degli insediamenti illegali israeliani nella Cisgiordania occupata

Sotto il presidente statunitense Donald Trump la politica degli Stati Uniti si è spostata nettamente a sostegno delle rivendicazioni israeliane sui territori occupati, compresi i passi per legittimare gli insediamenti.

Sebbene il presidente Joe Biden abbia espresso la sua opposizione alla crescita degli insediamenti, la sua amministrazione si è astenuta dall'esercitare pressioni significative su Israele per fermare questa pratica.

L'anno scorso il massimo tribunale delle Nazioni Unite ha stabilito che la presenza di Israele nei territori palestinesi occupati è illegittima e ha chiesto di porvi fine e di fermare immediatamente la costruzione degli insediamenti.

Israele ha denunciato il parere non vincolante di un gruppo di 15 giudici della Corte internazionale di giustizia, affermando che i territori fanno parte della patria storica del popolo ebraico.

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