L'imputato Issa al Hasan ha confessato all'inizio del processo per l'attacco con coltello avvenuto lo scorso agosto al festival di Solingen. Tre persone sono state uccise e altre otto ferite. L'imputato non ha rilasciato dichiarazioni su un possibile legame con l'Isis, di cui è accusato
Questo mercoledì è iniziato il processo contro Issa al Hasan, l'uomo siriano di 26 anni responsabile dell'attacco con coltello avvenuto lo scorso agosto a Solingen, nella Germania sud-occidentale. In un'aula di massima sicurezza del Tribunale regionale superiore di Düsseldorf l'imputato, che ha ucciso tre persone, si è dichiarato colpevole.
In una dichiarazione rilasciata dai suoi avvocati difensori, l'imputato ha affermato: "Mi sono macchiato di una grave colpa. Sono pronto ad accettare qualsiasi sentenza".
Nove mesi fa l'imputato ha aggredito delle persone con un coltello al festival cittadino di Solingen, vicino a Düsseldorf. La procura federale lo accusa di tre omicidi e dieci tentativi di omicidio.
L'uomo, che deve affrontare un totale di dieci capi d'accusa, è anche accusato di "appartenenza a un'organizzazione terroristica all'estero" e di avere giurato fedeltà al cosiddetto Stato Islamico in video poche ore prima del crimine, la sera del 23 agosto 2024. Finora non ha rilasciato dichiarazioni in merito né agli inquirenti né al giudice.
Dopo l'attentato di Solingen l'attuale cancelliere tedesco Friedrich Merz, all'epoca presidente del partito Cdu, in una newsletter settimanale personale aveva chiesto un'azione decisiva da parte del governo tedesco per prevenire simili attacchi terroristici in futuro.
"Dobbiamo smettere di perseguire una politica di immigrazione ingenua. E dobbiamo garantire che coloro che vengono da noi rispettino le regole del nostro Paese. E se non lo fanno, devono lasciare di nuovo il Paese", aveva dichiarato in un'intervista al programma Brennpunkt della Ard dopo l'attentato.
Cosa è successo a Solingen il 23 agosto 2024
A Solingen era appena iniziato il "Festival della diversità", una festa per celebrare il 650esimo anniversario della città, che doveva durare tutto il fine settimana e alla quale erano attese circa 75mila persone.
La sera di venerdì 23 agosto Issa al Hasan si era addentrato tra la folla e aveva accoltellato diverse persone, secondo la polizia mirando deliberatamente alla gola.
Due uomini (56 e 67 anni) e una donna (56 anni) erano morti. Altre otto persone erano rimaste ferite. Il 26enne aveva danneggiato i vestiti di altri due visitatori nel tentativo di colpirli. Il procuratore federale ha classificato anche questi attacchi come tentati omicidi.
Il giorno dopo l'Isis aveva rivendicato la responsabilità del'attentato parlando di una "vendetta per i musulmani in Palestina", ma senza fornire alcuna prova a sostegno della rivendicazione.
Poi in serata al Hasan si era avvicinato agli agenti in strada per costituirsi. Si dice Si dice che fosse coperto di sangue e che abbia detto: "Sono io quello che state cercando".
L'imputato rischia l'ergastolo
L'imputato è assistito da due avvocati d'ufficio. Dodici persone, tra feriti e parenti delle vittime, si sono costituite parte civile.
L'avvocato Simon Rampp, con sede a Solingen, rappresenta otto di loro. "A mio avviso, le prove sono schiaccianti. Gli investigatori hanno fatto un ottimo lavoro", ha dichiarato prima dell'inizio del processo.
Prima del processo, secondo il quotidiano Solinger Tagesblatt, la parte civile ha dichiarato: "Dal nostro punto di vista, dovrebbe ricevere qualsiasi pena prevista dalla legge".
L'omicidio può essere punito con una condanna all'ergastolo con successiva detenzione preventiva, la pena più alta nella legge tedesca. Ciò richiederebbe l'accertamento di una particolare gravità della colpa.
La sentenza è attesa non prima della fine di settembre.
Deportazione fallita
Dopo l'attentato si era appreso che la richiesta di asilo dell'uomo era stata negata e che avrebbe dovuto essere espulso dal Paese nel 2023 e trasferito in Bulgaria, Paese d'arrivo in Europa.
Secondo quanto ricostruito, il giovane si sarebbe nascosto abbastanza a lungo da far scadere i termini entro cui avrebbe dovuto essere trasferito e sarebbe quindi riuscito a ottenere una "protezione sussidiaria" in Germania.
Il motivo per cui non sono stati effettuati maggiori sforzi per rintracciarlo è attualmente oggetto di una commissione d'inchiesta del Parlamento della Renania settentrionale-Vestfalia.