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Ungheria, ecco il disegno di legge sugli agenti stranieri in stile russo

Viktor Orbán il 3 aprile 2025
Viktor Orbán il 3 aprile 2025 Diritti d'autore  AP Photo
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Di Gábor Tanács
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Secondo il testo della normativa, la nuova arma legale del governo ungherese può essere usata contro quasi tutti. La legge ungherese sulla “trasparenza nella vita pubblica” mira a penalizzare Ong e media indipendenti finanziati dall’estero

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Le organizzazioni della società civile ungherese e diversi organi di stampa indipendenti lanciano l’allarme: il nuovo disegno di legge promosso dal partito Fidesz rappresenta una grave minaccia alla libertà di espressione e ai principi democratici.

Il testo prevede sanzioni severe per tutte le entità che ricevono finanziamenti dall'estero, accusandole di “minacciare la sovranità nazionale”. Le voci critiche parlano apertamente di un tentativo sistematico di mettere a tacere ogni dissenso.

“Le cimici sono fuori” – la retorica del nemico interno di Orbán

Durante il discorso per la festa nazionale del 15 marzo, il premier Viktor Orbán ha annunciato una “pulizia di primavera” per liberare l’Ungheria dagli “insetti svernanti”, un riferimento sprezzante a Ong, giornalisti e attivisti.

Con toni forti, Orbán ha parlato di una macchina finanziaria corrotta che avrebbe influenzato la politica interna con “dollari stranieri”, preannunciando una stretta senza precedenti sulla libertà di stampa e associazione.

Secondo la legge presentata dal deputato János Halász, le organizzazioni sospettate di influenzare la politica ungherese con fondi esteri potranno essere multate fino a 25 volte l’importo ricevuto. I loro dirigenti saranno sottoposti a obblighi di trasparenza patrimoniale, mentre ogni donazione dovrà essere approvata dall’Ufficio per la protezione della sovranità. Una definizione ambigua e ampia di “influenza” consentirebbe al governo di colpire anche chi semplicemente partecipa al dibattito pubblico.

“Chiunque può diventare un bersaglio”

“Anche una micro-donazione può bastare per finire sotto controllo”, ha dichiarato a Euronews Tamás Bodoky, caporedattore del portale investigativo Átlátszó. In un contesto in cui la stampa indipendente ha sempre più difficoltà a sopravvivere, la nuova legge sembra disegnata per eliminare del tutto la possibilità di finanziamenti alternativi, incluse le sovvenzioni Ue e il contributo dell’1 per cento dell’imposta sul reddito destinabile alle Ong.

Dal 2010, il governo Orbán ha gradualmente costruito un sistema mediatico centralizzato e filo-governativo, finanziato da fondi pubblici camuffati da pubblicità statali. Un’inchiesta recente ha mostrato che i media “fedeli” al potere ricevono generosi finanziamenti, mentre chi si allontana dalla linea del partito viene escluso da ogni supporto economico.

Ong sotto attacco e nessuna possibilità di appello

Secondo il portavoce dell’organizzazione A Voice, Viktor Szalóki, questa legge segna “un assalto totale alla società civile”, in quanto introduce strumenti legali e burocratici per ostacolare ogni forma di attivismo indipendente.

Le decisioni dell’autorità governativa non saranno soggette ad alcun controllo giudiziario, creando un sistema in cui l’arbitrarietà politica può soffocare qualsiasi voce scomoda.

Contesto politico e interferenze esterne

Il contesto politico ungherese si fa sempre più teso. Il partito Tisza, fondato solo un anno fa, ha superato Fidesz nei sondaggi, minacciando per la prima volta in anni l’egemonia di Orbán. Nel frattempo, l’economia è stagnante e la promessa di “ripartire alla grande” sembra disattesa: il Pil è in calo e la fiducia nei confronti del governo inizia a vacillare.

In questo scenario, il premier ungherese non si accontenta di produrre la sua retorica a livello nazionale e non è nuovo a ingerenze politiche all’estero. Il recente caso del sostegno implicito al candidato romeno George Simion, noto per le sue posizioni anti-ungheresi, ha scatenato polemiche anche tra i suoi sostenitori transilvani.

Intanto, le alleanze con altri leader populisti europei, i finanziamenti a partiti come il Rassemblement national e Vox, e l’asilo concesso a politici accusati di corruzione confermano una strategia geopolitica aggressiva e controversa.

Proteste e sfida all’Ue in vista

La legge contro l’influenza straniera sembra disegnata per provocare, consapevolmente, un nuovo braccio di ferro con Bruxelles. Le proteste a Budapest e le possibili sanzioni Ue sono considerate effetti collaterali calcolati da un governo abituato a operare ai margini del diritto europeo. Ma con una società civile sotto assedio e un’opposizione sempre più forte, la vera sfida per Orbán potrebbe non arrivare dall’esterno, ma da dentro i confini dell’Ungheria.

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