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Ungheria: l'Ue indaga sugli effetti distorsivi della pubblicità del governo

La redazione di Hungarian Voice
La redazione di Hungarian Voice Diritti d'autore  Euronews
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Di Gábor Tanács
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Le aziende ungheresi indipendenti del settore dei media hanno denunciato all'autorità per la concorrenza della Commissione europea gravi distorsioni del settore causate dalla pubblicità governativa. La stampa di proprietà del governo potrebbe dover restituire 450 miliardi di euro

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Nella loro presentazione, i denuncianti - la redazione di Magyar Hang e una società di media ungherese che preferisce non vuole essere nominata - sostengono con dati accurati risalenti a diversi anni fa che la pubblicità del governo ungherese non è legata alla diffusione, ma serve solo a ricompensare la stampa filogovernativa, causando così gravi danni ai media indipendenti.

I dati sono stati raccolti nel corso di diversi anni e la parte tecnica è stata realizzata da Kai-Uwe Kühn, ex capo economista della Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea, e mostra chiaramente come il pubblico di ciascun media differisca dall'ammontare dei fondi fiscali spesi per quel media.

L'esempio del Magyar Nemzet, dove l'esecutivo ungherese ha speso somme considerevoli durante il primo governo Fidesz e dopo il 2010, è un'illustrazione particolarmente chiara di questo fenomeno. Quando l'allora proprietario del giornale, Lajos Simicska, si è schierato contro Viktor Orbán, questi annunci si sono immediatamente esauriti, per poi tornare quando Lajos Simicska ha venduto il giornale ed è tornato all'impero mediatico del governo.

"Il governo interferisce nei processi di mercato"

"Questi grafici mostrano chiaramente come lo Stato ungherese interferisca nei processi di mercato", ha dichiarato a Euronews Csaba Lukács, direttore del quotidiano Hungarian Voice. "Abbiamo cercato di dimostrare che altrove il mercato della stampa segue i cambiamenti dei lettori e, se ci sono annunci statali, seguono lo stesso schema di quelli di mercato. In Ungheria, invece, vediamo una tendenza molto diversa".

Csaba Lukács fa l'esempio che durante il Covid, quando il governo comunicava costantemente le regole sulla gestione delle malattie e promuoveva la vaccinazione, si è monitorato quanti dei dieci quotidiani settimanali dell'epoca presentavano annunci governativi. Si è scoperto che quattro settimanali governativi avevano più di 500 pagine di annunci pubblici, rispetto a nessuno dei sei settimanali indipendenti di dimensioni simili e con un pubblico leggermente più ampio.

Secondo la denuncia inoltrata, non c'è quasi nessuna pubblicità pubblica nei media indipendenti, a differenza dei media vicini al governo, che fanno pubblicità con fondi pubblico, anche senza alcun senso o scopo.

"Se nello stesso giornale si trova una pubblicità a pagina tre che dice che il governo augura un buon Natale, non c'è bisogno di ricordarlo a pagina 10, 15 e 18", ha detto Lukács.

Se l'Autorità garante della concorrenza e del mercato dovesse riconoscere l'esistenza di aiuti di Stato illegali, i media filo governativi dovranno restituire allo Stato ungherese circa 400 miliardi di fiorini.

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