Ci si interroga se Karim Khan abbia anticipato il mandato di arresto del tribunale per Benyamin Netanyahu lo scorso anno, dopo avere appreso che era indagato per molestie e violenze sessuali a una collega della Corte Penale Internazionale
Il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) è sotto pressione a causa delle accuse di violenza sessuale mosse contro di lui da una collega.
Karim Khan, che è il procuratore capo della Cpi dal 2021, è accusato di avere molestato la sua assistente in una stanza d'albergo di New York nel dicembre 2023, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.
La vicenda è nuovamente sotto indagine, da parte di un altro ufficio competente dell'Onu, e include una serie di molestie e rapporti sessuali non consensuali intrattenuti da Khan con la sua accusatrice.
Secondo la testimonianza dell'assistente, un'avvocatessa malese di 30 anni, Khan l'avrebbe costretta a rapporti sessuali contro la sua volontà durante le missioni a New York, in Colombia, in Congo, in Ciad e a Parigi, oltre che nella sua residenza all'Aia.
Gli avvocati di Khan hanno dichiarato che tutte le accuse sono "categoricamente false". Una precedente indagine interna alla Corte si è chiusa senza alcun provvedimento.
Accuse veritiere o ad hoc per Khan?
Una delle questioni che ruotano intorno al caso è la tempistica dei mandati di arresto emessi da Khan contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, e tre leader di Hamas ormai deceduti.
I mandati sono stati spiccati due settimane dopo la formalizzazione delle accuse contro Khan. I critici della Corte hanno sollevato il dubbio che il procuratore abbia intrapreso un'azione senza precedenti contro Israele nel tentativo di migliorare la sua immagine di fronte a uno scandalo imminente, soprattutto dopo diversi mesi di critiche per la percepita inazione della Corte mentre Israele intensificava la sua guerra contro Hamas a Gaza.
Israele ha ora chiesto alla Corte di ritirare i mandati contro Netanyahu e Gallant e di cancellare la sua indagine su crimini di guerra israeliani a Gaza e in Cisgiordania.
Stati Uniti e Israele non sono firmatari del Trattato di Roma che ha istituito la Cpi e hanno criticato puntualmente qualsiasi parere o sentenza che andasse contro l'operato di Israele nei territori palestinesi occupati.
Non a caso Khan è stato colpito da sanzioni da parte dall'amministrazione Trump, una decisione anch'essa che non trova precedenti.
Gli avvocati di Khan hanno negato le accuse di collegamento tra il mandato e le accuse di contro di lui. Lo stesso procuratore ha dichiarato che il caso fa parte di un tentativo più ampio di screditare la Cpi.
Secondo quanto riferito, il rapporto dell'Ufficio dei servizi di supervisione interna delle Nazioni Unite sulle accuse contro Khan è atteso nei prossimi mesi.