L'Oman ha reso noto che il quarto round di colloqui Usa-Iran sul nucleare, atteso per sabato a Roma, è "stato rinviato per motivi logistici a data da destinarsi"
In un post su X Badr Al Busaidi, il ministro degli Esteri omanita, ha fatto sapere che "per motivi logistici, stiamo riprogrammando l'incontro tra Stati Uniti e Iran, provvisoriamente previsto per sabato 3 maggio. Le nuove date saranno annunciate quando concordate", ha sottolineato Al Busaidi.
Anche il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha confermato che i colloqui sono stati posticipati a una data da destinarsi. Parlando con i giornalisti, Baghaei ha dichiarato che il rinvio dei colloqui è stato suggerito dal ministro degli Esteri dell'Oman e che la prossima data del negoziato sarà annunciata in seguito, riferisce Isna. Il funzionario ha sottolineato "la determinazione della Repubblica Islamica dell'Iran a utilizzare la diplomazia per tutelare gli interessi legittimi e legali della nazione iraniana e porre fine alle sanzioni e alle pressioni economiche" contro Teheran, aggiungendo che la delegazione iraniana impegnata nel negoziato "ha dimostrato la sua serietà nel perseguire colloqui orientati ai risultati per raggiungere un'intesa equa, ragionevole e sostenibile, e che continuerà a perseguire con fermezza e determinazione questa strada".
Una fonte vicina ai negoziatori statunitensi ha dichiarato che Washington “non ha mai confermato la propria partecipazione” a un eventuale quarto round di colloqui a Roma, ma si aspetta che i negoziati si tengano “nel prossimo futuro”.
Due precedenti cicli si erano già svolti a Mascate, la capitale omanita. I colloqui puntano a limitare il programma nucleare iraniano in cambio dell’alleggerimento di alcune sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti.
I negoziati sono stati condotti dal ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e dall'inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente Steve Witkoff.
Trump minaccia attacchi aerei
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ripetutamente minacciato di scatenare attacchi aerei sui siti nucleari iraniani se non si dovesse raggiungere un accordo.
Teheran, dal canto suo, ha avvertito che potrebbe aumentare l’arricchimento dell’uranio a livelli compatibili con la produzione di armi, se le pressioni continueranno.
L’accordo nucleare del 2015, noto come Piano d’azione congiunto globale (Jcpoa), poneva limiti severi al programma nucleare iraniano. Tuttavia, nel 2018 Trump si è ritirato unilateralmente dall’intesa, innescando una fase di crescente tensione tra i due Paesi.
La situazione regionale resta ulteriormente aggravata dalla guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.
Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno conducendo una campagna di raid aerei, denominata “Operazione Rough Rider”, contro i ribelli Houthi nello Yemen, sostenuti dall’Iran.
Il segretario alla Difesa americano Pete Hegseth ha lanciato giovedì un duro avvertimento a Teheran: “Messaggio all'Iran: Vediamo il vostro letale supporto agli Houthi. Sappiamo esattamente cosa state facendo. Sapete benissimo di cosa è capace l'esercito americano, e siete stati avvertiti. Ne pagherete le conseguenze nel momento e nel luogo da noi scelti.”