Il Presidente Trump ha dichiarato che i colloqui inizieranno sabato, ma ha insistito sul fatto che l'Iran non otterrà mai armi nucleari. Teheran ha precisato che saranno "indiretti" e che si terranno in Oman
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti avvieranno colloqui con l'Iran sul programma nucleare del Paese mediorientale, avvertendo che Teheran correrebbe un "grande pericolo" nel caso in cui le trattative fallissero.
Trump lo ha annunciato nel corso dell'incontro nello Studio Ovale con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il primo leader mondiale a far visita al presidente statunitense da quando ha imposto dazi ai Paesi di tutto il mondo.
"Stiamo avendo colloqui diretti con l'Iran e sono iniziati, andranno avanti sabato, abbiamo un incontro molto importante e vedremo cosa può succedere", ha detto Trump ai giornalisti.
"Penso che tutti siano d'accordo sul fatto che fare un accordo sarebbe preferibile a fare l'ovvio, e l'ovvio non è qualcosa in cui voglio essere coinvolto o, francamente, in cui Israele vuole essere coinvolto", ha aggiunto, facendo riferimento al "grande pericolo" in cui si troverebbe l'Iran se non decidesse di scendere a patti.
Trump non ha rivelato la sede degli incontri di sabato, né ha detto chi della sua amministrazione parteciperà. L'Iran ha dichiarato che i colloqui saranno in Oman e saranno mediati da altri.
"È un'opportunità quanto un test. La palla è nel campo dell'America", ha scritto su X il ministro degli Esteri, Abbas Araqchi. Media statali hanno aggiunto che i colloqui saranno stati condotti da Araqchi e dall'inviato presidenziale statunitense, Steve Witkoff, con l'intermediazione del ministro degli Esteri dell'Oman, Badr al-Busaidi.
Gli ultimi negoziati diretti tra i due governi sono stati condotti oltre dieci anni fa, sotto la presidenza di Barack Obama, e portarono all'accordo nucleare internazionale del 2015, poi abbandonato da Trump tre anni dopo.
Israele: azzerare deficit commerciale con gli Stati Uniti
Durante l'incontro, il primo ministro Netanyahu ha anche promesso di eliminare il deficit commerciale di Israele con gli Stati Uniti, dopo che la settimana scorsa il suo Paese è stato colpito da tariffe doganali del 17 per cento.
"Intendiamo farlo molto rapidamente, pensiamo che sia la cosa giusta da fare e che elimineremo anche le barriere commerciali, una serie di barriere commerciali che sono state erette inutilmente", ha dichiarato Netanyahu nello Studio Ovale.
Il primo ministro israeliano ha poi aggiunto che Israele potrebbe servire da modello per altri Paesi che "dovrebbero fare lo stesso".
Tuttavia, è apparso chiaro che questo potrebbe non essere sufficiente a convincere Trump a riconsiderare l'imposizione dei dazi. "Forse no", ha risposto il presidente Usa quando gli è stato chiesto se avrebbe ridotto le tariffe doganali sui beni israeliani.
"Non dimenticate che aiutiamo molto Israele", ha aggiunto Trump riferendosi ai miliardi di aiuti che gli Stati Uniti offrono ogni anno.
Trump e Netanyahu parlano di Gaza
I due leader hanno anche confermato di avere discusso degli sforzi in corso per garantire il rilascio degli ostaggi da Gaza.
Netanyahu ha accennato alla discussione sul piano del Presidente Trump di trasferire i palestinesi sfollati da Gaza mentre la striscia viene ricostruita, definendo l'iniziativa una visione "audace".
Lunedì centinaia di israeliani hanno protestato contro il governo Netanyahu a Tel Aviv, in risposta alle decisioni di estromettere alcuni alti funzionari della sicurezza e della giustizia e di riprendere la guerra a Gaza.
"Siamo qui oggi per mandare un messaggio molto chiaro", ha detto un manifestante, Menashe Yehezkel-Baum, "smettete di distruggere i nostri istituti fondamentali ed essenziali come la Corte Suprema, l'esercito, i servizi di sicurezza, la polizia".
Le famiglie degli ostaggi, alcune delle persone recentemente liberate da Gaza e i loro sostenitori hanno esortato Trump a contribuire a mettere fine ai combattimenti.