Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Caso Almasri, Meloni attacca ancora i magistrati: "Si candidino", se vogliono fare politica

Giorgia Meloni durante la conferenza stampa del 9 gennaio 2025 a Roma
Giorgia Meloni durante la conferenza stampa del 9 gennaio 2025 a Roma Diritti d'autore  Alessandra Tarantino/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

La premier è intervenuta a un evento pubblico a Milano criticando ancora la magistratura, che l'ha iscritta tra gli indagati, di fare politica e "remare contro" il lavoro del governo per il Paese. Dure reazioni dall'opposizione

PUBBLICITÀ

Giorgia Meloni ha attaccato nuovamente i magistrati sul caso Almasri, parlando della sua iscrizione nel registro degli indagati per la vicenda che ha condotto al rilascio del generale libico ricercato per crimini contro l'umanità: "Se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa", ha detto giovedì la premier, "se sbagliano loro nessuno può fare o dire niente".

Meloni ha accusato la Procura di Roma - che ha emesso gli avvisi di garanzia per lei, per i ministri della Giustizia Nordio e dell'Interno Piantedosi e per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano - partecipando in video collegamento a un evento pubblico a Milano chiamato La Ripartenza.

"Ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che vogliono decidere la politica industriale e quella ambientale, la politica dell’immigrazione, vogliono decidere se e come riformare la giustizia, per cosa possiamo spendere e per cosa no", ha detto Meloni, con chiaro riferimento anche ai provvedimenti giudiziari che hanno più volte bloccato il trattenimento di migranti nei centri per il rimpatrio allestiti in Albania.

La premier aveva criticato la magistratura già martedì annunciando direttamente in un video sui social media, e dopo averne data comunicazione privatamente al presidente della Repubblica Mattarella, di essere stata iscritta nel registro degli indagati.

"Atto voluto" gli avvisi di garanzia sulla vicenda Almasri, dice la premier

L'avviso di garanzia "era chiaramente voluto", ha risposto Meloni a una domanda del giornalista Nicola Porro, "tutti sanno che le procure hanno la loro discrezionalità" nell'inviarlo o meno quando qualcuno è indagato.

L'Associazione nazionale magistrati aveva commentato martedì in una nota come il provvedimento non fosse un avviso di garanzia quanto una comunicazione di iscrizione, avendo rimesso la procedura al Tribunale dei Ministri.

Il Tribunale è una sezione della giustizia ordinaria che nell'ordinamento italiano, sulla base dell'articolo 96 della Costituzione dopo la riforma del 1989, è competente per i reati commessi dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri nell'esercizio delle loro funzioni.

Secondo Meloni tuttavia la Procura di Roma e in particolare il suo capo, Francesco Lo Voi, sono "magistrati politicizzati" che "vogliono governare" e dunque farebbero meglio a candidarsi alle elezioni.

La magistratura è una "colonna portante della Repubblica", ha aggiunto ancora la premier nella sua risposta di circa quindici minuti, ma se "ti remano contro, smontano il lavoro che fai e questo obiettivamente ti manda ai matti".

Per Meloni quanto sta accadendo arreca un "danno all'Italia", con una menzione specifica del Financial Times che, come altri quotidiani internazionali, ha risalto alla notizia delle indagini a carico di membri dell'esecutivo italiano.

"Se in Italia i cittadini capiscono perfettamente quello che sta accadendo, all'estero non è la stessa cosa", ha dichiarato la presidente del Consiglio, sostenuta in questo senso dall'intera maggioranza, a partire dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, la cui vicenda giudiziaria si è appena conclusa.

"Meloni continua a scappare, dovrebbe riferire al Paese nelle sedi istituzionali e non ai propri follower" ha commentato tra gli altri la leader del Partito Democratico all'opposizione, Elly Schlein.

"Presidente Meloni, ci sono delle domande a cui non puoi non rispondere, e che noi ti rifacciamo ancora una volta", ha dichiarato venerdì Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi Sinistra, parlando di un ricatto sui migranti da parte della Libia subito dal governo italiano.

"Avete scarcerato un torturatore accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra, contro l'umanità, di stupri e assassini, perché? E perché poi lo avete addirittura riaccompagnato a casa con un volo di Stato dei servizi, e con tutti gli onori?" ha chiesto pubblicamente Fratoianni a Meloni.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

L'Italia tenta la riforma della giustizia: che cosa è la separazione delle carriere dei magistrati

Almasri, denuncia alla Corte penale internazionale su operato del governo italiano

Giorgia Meloni all'inaugurazione di Trump: qui per "rafforzare le relazioni con gli Stati Uniti"